La casta, la mercedes e la paletta taroccata… -
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La casta, la mercedes e la paletta taroccata…

La casta, la mercedes e la paletta taroccata…

Un cinquantennio e passa di carriera politica, dalla triste sala di un anonimo Consiglio comunale di paese all’austero Senato della Repubblica, passando prima dallo sfarzoso palazzo dei Normanni, per finire, da contadino-scrittore, sindaco nella sua patria d’adozione. Cinquanta anni e passa dedicati alla Patria e alla Nazione, al popolo sovrano e all’universo dei clientes, senza mai tradire il fine ultimo: fare del bene all’umanità. Sia pure sotto sigle diverse: dallo scudo crociato al più brutto logo di partito che ricordi la storia repubblicana di questo Paese, saltellando dal centro a destra e a sinistra, a dispetto dell’età; servendo, da dichiarato cattolico fervente e praticante, anche un cavaliere-ballerino nella fase della sua maggiore potenza per abbandonarlo quando è iniziato il triste declino.

Cinquanta anni contraddistinti dal senso della famiglia, la propria, e dell’oculatezza. E, adesso, l’ex consigliere comunale, ex deputato regionale, ex senatore della Repubblica, ora solo, e dico solo, sindaco del ridente paesino di Frastuchia, versa in condizioni economiche gravissime, tanto gravi che non può pagare il parcheggio della sua non nuovissima Mercedes di rappresentanza (blu, of course, piccola debolezza umana, per sentirsi ancora un potente) e ricorre ad una taroccata paletta di servizio strategicamente nascosta dal parasole che lascia intravedere solo la scritta “…del governo…”. Auto blu e paletta taroccata, bastano a dissuadere i controllori di Sostare a sanzionare l’autovettura che non paga il parcheggio sulle strisce blu, blu anche quelle, in zona corso Sicilia – piazza della Repubblica, a pochi metri dalla segreteria del sindaco in trasferta.

E, allora, al termine di queste righe, lanciamo una proposta: adottiamo l’ex senatore, ex ecc. ecc. e facciamogli trovare qualche moneta sul tergicristallo affinché possa pagare anche lui, come tutti, il parcheggio e non si pensi, invece, malevolmente, che si ritenga “casta” e quindi detentore di privilegi esclusi ai comuni mortali.

Daniele Lo Porto

fonte sito partner siciliajournal.it

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