Zafferana Etnea, presentato l’ultimo libro di Antonio Raciti

0202Un viaggio in India tra conoscenza antropologica di una terra meravigliosa e ricerca interiore. Insomma, un viaggio dell’anima raccontato con intenso lirismo, attraverso descrizioni e preziose immagini. Un reportage e un romanzo d’amore per l’India. Questo in sintesi l’ultimo libro, di Antonio Raciti‎ “La Terra Dei Kalinga – L’intima bellezza” – Robin Edizioni (i primi due sono “Deccan” del 2010 e “Dharma. Insieme ai pellegrini nei monasteri del Sichuan e del Tibet” del 2012) presentato dallo stesso autore, ieri, domenica 21, nella sala del Municipio di Zafferana Etnea, dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla Cultura Angela Di Bella.

Con l’autore, del libro ne hanno parlato la giornalista Grazia Calanna, Maria Rita Pennisi e Orazio Caruso. Una presentazione molto originale introdotta da un brano indiano eseguito da due musicisti con Sitar e l’accompagnamento ritmico delle percussioni, da una poetica scena con la tecnica delle ombre cinesi e con un video realizzato dallo stesso autore. Sala gremita, pubblico entusiasta e attentissimo. Poi si è entrati nel mondo raccontato dal libro di Antonio Raciti, che ha presentato la “sua” India. Come scrive : «Questa è la meravigliosa India dove nulla è certo, dove la precarietà va a nozze con la cultura millenaria e dove l’arte d’arrangiarsi smonta qualunque tentativo di stabilità». Si è parlato del viaggio che racconta in modo affascinante e coinvolgente le mille contraddizioni di una terra generosa e difficile. Antonio e Carmen, appassionati viaggiatori italiani, si lasciano incantare dai racconti della loro guida, Mr Mishra, che li porta lontano dai flussi turistici, alla scoperta intima di templi, strade, monumenti, storie, tribù. Un viaggio verso la bellezza intima di un luogo, verso una tradizione secolare, ma anche e soprattutto un incontro profondo con la gente, con i loro occhi, con le loro mani, con i loro sorrisi, con la loro accoglienza. E la macchina fotografica non ritrae semplicemente un sari variopinto o una statua di pietra, coglie l’attimo di uno sguardo, accomuna linguaggi lontani, si fa bagaglio leggero. Nel corso del viaggio, Antonio e Carmen incontrano Calcutta, i templi di Bhubaneswar, il Tempio del Sole di Konark. Insieme restano annichiliti di fronte a una donna che sembra seppellire il figlioletto nella sabbia. Trasognati viaggiano nei luoghi in cui l’estasi di Krishna diede inizio alla leggenda del dio dagli occhi grandi. I due viaggiatori s’imbattono in un funerale a Puri, nei bambini che chiedono di essere fotografati per guardare poi entusiasti la propria immagine sul display. Conoscono curiosi i villaggi Kutia Kondh e Kuvi Kondh, la tribù Bonda, Bara e Olari, gli intoccabili Shudra, appartenenti alla casta bassa. Sperimentano l’alcolismo diffuso, la collina sacra Niyamgiri, l’esplosione di colori del Kunduly Market… Nel corso della narrazione compaiono flash back che portano ad Antonio folate di ricordi dell’infanzia dei suoi figli, a cui è legato da un rapporto difficile, e della propria vita.

Mario Pafumi