Il Lanciano rifila tre sberle ai rossazzurri di Marcolin ed inguaia il campionato del Catania che adesso deve pensare a conquistare i punti necessari per il mantenimento della categoria, anziché coltivare improbabili sogni promozione. Peggio di così non poteva proprio andare. Chi si aspettava un Catania arrembante, rinfrancato dai nuovi acquisti (uno per reparto), tutti schierati in campo da Marcolin dal primo minuto di gioco, sarà rimasto assai deluso. Certo, nessuno avrebbe potuto pretendere che il nuovo tecnico sarebbe riuscito, dopo poche sedute d’allenamento dirette, a cambiare pelle al Catania, ma ci si aspettava quantomeno una reazione sotto il profilo caratteriale che riuscisse a lanciare un chiaro messaggio al campionato ed ai tifosi.
Niente di niente. Il Catania riprende da dove aveva concluso il 2014. Una squadra irriconoscibile in trasferta, talmente brutta da risultare persino fastidiosa ai propri tifosi, che esalta le qualità dell’avversario che non deve neanche impegnarsi tanto per aggiudicarsi l’intera posta in palio.
Sarebbe ingeneroso, nei confronti di chi legge, cadere nella tentazione di sostenere che l’infortunio occorso a Spolli (siamo al 32′ del primo tempo) abbia scompaginato i piani di Marcolin e condizionato il resto dell’incontro. Perché il Catania, brutto anche nella prima mezz’ora, non è mai riuscito nell’arco dei novanta a mettere in apprensione l’avversario attraverso una qualsiasi azione pericolosa. Il Catania, a dirla tutta, è riuscito a fare di più. Non è mai entrato in partita, rimanendo inchiodato nella propria metà campo, asfissiato dalla sola strategia del pressing alto avversario.
Sarebbe ingeneroso, ancora una volta, appellarsi agli indisponibili o fare riferimento a chi in campo non c’era dal primo minuto di gioco. Non quando l’avversario si va beffe di te pur dovendo rinunciare a Paghera, Thiam e Cerri, giocatori cardine dello scacchiere di D’Aversa.
Piuttosto, bisognerebbe ammettere con serenità che il clima infernale che si respira attorno alla Società di Via Magenta è più forte di qualsiasi altra cosa, financo del valore tecnico assoluto dei giocatori in rosa. E un nuovo allenatore, seppur preparato tatticamente, non potrebbe mai riuscire nell’impresa col perdurare di questo andazzo.
A Marcolin si chiederà piuttosto di riuscire a trovare il bandolo della matassa nella speranza di salvare il salvabile. Che in soldoni significa tentare di mantenere la categoria, perché di questo oggi il Catania deve realmente preoccuparsi. Fantasticare su complicate scalate alla classifica -tecnicamente possibili ma oggettivamente improbabili – non sarebbe corretto nei confronti degli sportivi etnei che hanno dimostrato a più riprese, senza mezzi termini ma in maniera assolutamente composta, il proprio dissenso nei confronti della Società rossazzurra.
Frattanto, al Catania si continua a tacere. Dopo la mancata conferenza stampa a seguito dell’arrivo di Marcolin a Torre del Grifo, cui si aggiungono le mancate presentazioni dei tre nuovi arrivati (quattro, col giovane terzino Granatiero), il sodalizio etneo rilancia la politica del silenzio stampa. Una decisione mal digerita e poco condivisa dai tifosi e dagli addetti ai lavori, che rischia di incrinare ulteriormente i già precari equilibri tra la Società rossazzurra e gli sportivi etnei.
Cronaca e tabellino
Subito dentro i tre nuovi acquisti (Belmonte, Coppola e Maniero) ed una bocciatura importante: dentro Terracciano preferito a Frison che si accomoda in panchina. Anticipazione di una partenza imminente. Nel nuovo 4-3-1-2, Marcolin affida le chiavi del centrocampo ad Almiron con la mossa Chrapek a ridosso del tandem offensivo. Tra le fila del Lanciano si contano diversi indisponibili (Paghera, Thiam e Cerri su tutti) ed il tecnico D’Aversa, che non rinuncia al suo 4-3-3, lascia in panchina Vastola per il più giovane Grossi.
La gara, diretta dal signor Nasca della Sezione arbitrale di Bari, inizia in sordina ma sono i padroni di casa a guadagnare pazientemente terreno. La manovra etnea è lenta e prevedibile e lungo le corsie laterali i rossoneri hanno spesso la meglio. Al 16′ uno schema da calcio piazzato mette nelle condizioni Gatto di trovarsi palla al piede a tu per tu con l’estremo difensore etneo, che non si lascia però sorprendere dal tentativo di pallonetto. Cinque minuti più tardi si ripete sul duello tra i due e stavolta Terracciano deve superarsi per evitare il vantaggio rossonero. La reazione del Catania è tutta in un tiro sull’esterno della rete da parte di Calaiò dopo una buona combinazione con Chrapek. Al minuto trentadue Spolli è costretto ad uscire dal terreno di gioco per un trauma alla testa, accusato in un contrasto aereo con Monachello e Marcolin chiama un causa Escalante, che si colloca in mediana. La difesa si riorganizza con Belmonte che guadagna il centro e Coppola a terzino destro. Nei minuti successivi il Lanciano, adesso padrone assoluto del campo, sfiora più volte il vantaggio, specie con l’ispiratissimo Monachello, che riesce a trovare la via del gol allo scadere della prima frazione di gara, correggendo di petto un insidioso traversone ravvicinato.
La ripresa è un vero monologo rossonero. Il Catania esce letteralmente dai giochi, gli avversari dimostrano di avere maggiore freschezza atletica ed organizzazione tattica e prima Monachello al 48′ e poi Piccolo un minuto più tardi, mettono i brividi alla spaesata retroguardia rossazzurra. Il raddoppio del Lanciano arriva al 53′ ed è una gentile concessione di Gaston Sauro che regala palla a Gatto all’interno dell’area di rigore, libero di infilare l’incolpevole Terracciano.
Del Catania, nemmeno l’ombra di una reazione. Entra Rosina, in osti tizie di un asfittico Almiron ma la musica non cambia. Così sono i padroni di casa a triplicare, attraverso una spettacolare giocata da calcio a cinque che manda in rete Grossi al 68′. Cinque minuti più tardi, un sinistro debole di Rosina si spegne fuori, alla destra del palo della porta difesa da Nicolas. Nel finale c’è spazio anche per Çani che subentra a Maniero e per il rosso comminato a Bacinovic, reo di aver rifilato una gomitata ad Escalante.
VIRTUS LANCIANO-CATANIA 3-0
reti: 43′ Monachello, 53′ Gatto, 68′ Grossi
Lanciano (4-3-3) Nicolas; Aquilanti, Ferrario, Troest, Mammarella; Grossi (78′ Vastola), Bacinovic, Di Cecco; Piccolo (65′ Pinato), Gatto (78′ Agazzi), Monachello. A disp. Aridità, Amenta, Nunzella, Conti, Carpentieri, Fioretti. All. Roberto D’Aversa
Catania (4-3-1-2) Terracciano; Belmonte, Spolli 31′ Escalante), Sauro, Capuano; Almiron (54′ Rosina), Rinaudo, Coppola; Chrapek; Calaiò, Maniero (71′ Çani). A disp. Ficara, Frison, Ramos, Garufi, Odjer, Jankovic, Barisic. All. Dario Marcolin
Arbitro: Nasca di Bari; Citro-Di Salvo; IV Pagliardini; O.A. Cardella
Recupero: 3′ + 3′
Ammoniti: Aquilanti, Grossi, Ferrario (L), Capuano, Spolli, Rinaudo, Calaiò, Escalante (C)
Espulsi: 84′ Bacinovic (L)
Carlo Copani