Non si farà nemmeno il rimpasto delle succursali d’appartenenza, almeno per il momento, sempre per lo stesso motivo. È prematuro. Occorrerà aspettare almeno altri due anni prima di avere dei dati precisi sulle iscrizioni degli alunni che determineranno le future scelte e gli orientamenti dei dirigenti e dell’amministrazione comunale. I dati parlano chiaro, dopo l’accorpamento della scuola media annessa all’ex istituto d’arte, è il 2° istituto quello che detiene il primato di maggior numero di iscritti anche se di poco superiore a quelli del 1° istituto comprensivo. Fanalino di coda il 3° istituto comprensivo che risente della carenza di scuole primarie, ma che sta preparando l’offensiva aprendo delle sezioni di primaria nel plesso centrale e che spera nell’affluenza nella scuola media di alunni provenienti dalle scuole primarie degli altri due.
Una specie di guerra sotterranea e devastante, creata dalla dissennata politica degli anni scorsi che smembrò totalmente l’ex 2° Circolo didattico di Macchia e l’istituto comprensivo “Ungaretti” (passato in parte al 1° istituto e in parte al 2° e al 3°) senza tenere in minimo conto i principi di territorialità di continuità educativa pedagogica e didattica effettuate in oltre 87 anni di vita…
I tempi sono cambiati e i dissennati accorpamenti hanno già prodotto una nuova linea, con un incremento di iscrizioni al 1° istituto comprensivo. A questo punto, allora, è stata imposta una sorta di “pax” romana, in attesa di vedere come si orienteranno i genitori nella scelta delle scuole da far frequentare ai propri figlioli. Inoltre, si guarda con grande attenzione a quello che succederà al 1° istituto comprensivo, nel quale, a partire dal prossimo anno, dovrebbe arrivare un nuovo dirigente, visto che Ginardi andrà in pensione, a godersi il meritato riposo.
Intanto, sul piano della riqualificazione edilizia scolastica il sindaco e l’assessore hanno ufficialmente annunciato che saranno presto avviati i lavori di riqualificazione e ristrutturazione della scuola media “Ungaretti” di Macchia. Per il momento, palla al centro e gioco all’insegna del “fair play”. Di mezzo c’è il futuro di una classe docente, che indipendentemente dagli istituti di appartenenza possiede grandi professionalità e spirito di attaccamento alla scuola.
Mario Pafumi