Capillare l’organizzazione del clan. Ogni quartiere aveva il suo reggente. Decisivi i racconti dei collaboratori di giustizia
Alle prime luci dell’alba di oggi si è conclusa una imponente operazione di Polizia in cui sono state eseguite 27 misure cautelari a soggetti (2 sono ancora ricercati) ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (cosca Cursoti Milanesi), detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, tentato omicidio e reati in materia di armi, con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91, per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche della citata organizzazione mafiosa ed al fine di agevolarla.
L’ordinanza cautelare è stata emessa a seguito di attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile a riscontro delle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia tutti già affiliati alla citata organizzazione mafiosa, il cui promotore fu il noto Miano Luigi, inteso “Jimmy”, deceduto nel 2005.
Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno consentito di tracciare un approfondito quadro del clan, documentando l’ascesa al vertice dei fratelli Carmelo e Francesco Di Stefano (cl. 1973) ed i retroscena relativi l’accesa contrapposizione con il clan Cappello -Bonaccorsi che, al suo acme, sfociò nel ferimento di Orazio Pardo (cl. 1957), i cui esecutori materiali – oltre a Francesco Di Stefano, Michele Musumeci e Rosario Rosario, già destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dalla Squadra Mobile nell’aprile del 2013 – sono stati individuati nel predetto Carmelo Di Stefano e in Filippo Scaglione ai quali, con una delle odierne misure cautelari, è contestato anche il delitto di tentato omicidio.
L’agguato a Orazio Pardo, esponente di rango del clan Cappello (tratto in arresto nell’operazione Revenge), era avvenuto la sera del 1 ottobre 2009, e la vittima designata era riuscita a sfuggire grazie all’intervento di Salvatore Liotta (cl. 1961), suo sodale. Nella circostanza, all’indirizzo dei predetti Pardo e Liotta erano stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco che avevano attinto il primo al ginocchio destro ed il secondo al piede destro. Il grave fatto di sangue, mai denunciato alle forze dell’ordine era emerso successivamente dall’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile.
Come noto, il tentativo di uccidere Orazio Pardo era stato determinato da contrasti tra cosche, ed in particolare tra i due reggenti, Giovanni Colombrita e Francesco Di Stefano, legati ai proventi di un’attività estorsiva ai danni di un imprenditore edile locale, costretto a consegnare la somma di 4.000,00 euro alla cosca Cursoti Milanesi e 5.000,00 euro una tantum a quella Cappello. Per tali fatti sia il Colombrita che il Di Stefano Francesco hanno già riportato condanna passata in giudicato.
Proprio con gli odierni provvedimenti cautelari è tra l’altro contestato a Giovanni Gurrieri la partecipazione nella predetta estorsione, posto che lo stesso aveva avuto un ruolo rilevante nelle richieste di “pizzo” avanzate all’imprenditore, partecipando, quale alter ego di Francesco Di Stefano a diverse fasi ed incontri che avevano preceduto e seguito le richieste estorsive ed il ferimento di Orazio Pardo.
Le indagini hanno consentito di riscontrare la piena operatività sul territorio della cosca dei Cursoti Milanesi e di “mappare” l’organizzazione interna suddivisa in 6 squadre radicate nei quartieri cittadini di Nesima-San Berillo, a capo della quale vi erano i vertici della cosca; San Giovanni Galermo, dove operava Antonio Nigito; San Giorgio – Villaggio Sant’Agata, guidata da Sebastiano Solferino; piazza Carlo Alberto “Fiera”, sotto il controllo di Mario Tosto, che per conto del clan si occupava delle estorsioni agli esercenti del mercato lì allocato; San Cristoforo, a cui capo vi era Salvatore Francesco De Luca; Librino, a cui capo vi era Mario Russo.
Tra i reati fine dell’organizzazione in parola vi erano le rapine, i furti e le estorsioni, nonché lo spaccio di sostanze stupefacenti. Proprio il traffico di droga – a differenza di quanto avveniva nelle “piazze di spaccio” di viale Moncada 16 dove, come noto, l’attività illecita veniva svolta in sintonia tra tre distinti gruppi criminali, tra cui quello dei Cursoti Milanesi, che si avvalevano dello stesso apparato di controllo e di vedette – ed in particolare la concorrenza nella zona di San Giovanni Galermo con le attività illecite gestite da esponenti di un altro gruppo, aveva determinato, nella notte di capodanno del 2012, il ferimento a colpi d’arma da fuoco di tre giovani appartenenti a fazioni contrapposte.
L’operazione permette di disarticolare la cosca decapitandone i vertici tra cui figura il noto Rosario Pitarà, storico esponente di rango apicale del sodalizio mafioso che ha mantenuto un ruolo di responsabilità nonostante fosse detenuto e che, unitamente a Carmelo Di Stefano e Mario Russo, è stato riconosciuto come promotore dell’associazione mafiosa. Tra l’altro, Pitarà aveva avuto contrasti con i fratelli Di Stefano, determinati dalla gestione delle “piazze di spaccio”.
Due destinatari della misura restrittiva si sono resi irreperibili e sono attivamente ricercati.
Alla fase esecutiva hanno partecipato oltre 100 unità della Polizia di Stato, tra cui equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale e unità del Reparto Volo di Reggio Calabria. Espletati gli adempimenti di rito, gli arrestati sono stati associati presso la casa circondariale di Catania – Bicocca a disposizione dell’A.G.
L’ELENCO DEGLI ARRESTATI
1. AIELLO Alfio (cl. 1976), inteso “fungia”, pregiudicato;
2. CAMPISI Roberto, (cl. 1970), pregiudicato;
3. CANTONE Mario, (cl. 1988), pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari;
4. CENTAURO Francesco, (cl. 1965), inteso “’a signurina”, pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari;
5. DE LUCA Salvatore Francesco, (cl.1968), inteso “Franco rapanella”, pregiudicato, già detenuto;
6. DI STEFANO Carmelo, (cl.1970), pregiudicato, già detenuto;
7. GIUFFRIDA Michele, (cl.1972), pregiudicato, già detenuto;
8. GIUFFRIDA Vito, (cl. 1975), pregiudicato, già sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali;
9. GRASSO Daniele, (cl. 1970), pregiudicato;
10. GURRERI Giovanni, (cl. 1965), inteso “Zorro”, pregiudicato, già detenuto;
11. LA PLACA Giuseppe, (cl.1979), pregiudicato, già detenuto;
12. LINGUANTI Samuel Giovanni, (cl.1991), pregiudicato, già sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali;
13. NAPOLI Alfio, (cl.1972), inteso “Alfio coddu ’i mulu” pregiudicato, sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S.;
14. NIGITO Antonio, (cl.1975), pregiudicato, già sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali;
15. PITARA’ Rosario, (cl.1954), inteso “Saretto ‘u furasteri” pregiudicato, già detenuto;
16. RUSSO Mario, (cl.1972), inteso “Mario Turazzo”, pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari;
17. SALVO Eros, (cl.1989), pregiudicato, già detenuto;
18. SCAGLIONE Filippo, (cl.1974), pregiudicato;
19. SCARDACI Pio Giuseppe, (cl.1986), pregiudicato;
20. SOLFERINO Sebastiano, (cl.1973) pregiudicato, già detenuto;
21. SORTINO Gaetano, (cl.1965), inteso “Tanino puri puri”, pregiudicato;
22. SPINALE Pietro, (cl. 1962), pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari;
23. TOSTO Mario, (cl.1961), pregiudicato, sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S.;
24. TRICOMI Santo, (cl.1976), inteso “Aricchiazza”, pregiudicato, già detenuto;
25. ZUCCARO Giuseppe (cl.1973), inteso “occhi azzurri”, pregiudicato.