Riposto, acque agitate in Consiglio comunale -
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Riposto, acque agitate in Consiglio comunale

Riposto, acque agitate in Consiglio comunale

Non c’è pace per il Consiglio comunale di Riposto. Alle complesse vicende politiche, sempre in continua evoluzione, rischiano di intersecarsi vicende giudiziarie che non possono non condizionarne l’attività. La vicenda della presunta tentata estorsione ai danni dei vice sindaco di Riposto, Gianfranco Pappalardo Fiumara, con la fissazione dell’udienza preliminare per il 3 marzo prossimo, comporta, inevitabilmente, una riflessione sulle ultime, incaute alleanze in Consiglio comunale che hanno l’obiettivo di sovvertire l’azione del sindaco Caragliano. Tutta la vicenda, oltre ad avere dei significativi e gravissimi risvolti penali, nel caso in cui fossero provati i fatti contestati, ha anche delle ricadute politiche. I consiglieri comunali Biagio Daidone e Antonino Virgitto, unitamente all’ex deputato dell’Ars Nino Amendolia, secondo l’accusa formulata dalla Procura di Catania, avrebbero preteso una somma pari a 5000 euro in cambio di una linea politica più morbida. In caso contrario, invece, avrebbero minacciato una ferma, decisa opposizione in Consiglio con particolare riguardo all’azione del vice sindaco Pappalardo Fiumara. L’indagine della Guardia di Finanza scaturisce proprio dal diniego di Pappalardo Fiumara che ha denunciato i fatti, supportando la propria tesi con alcune registrazioni audio contenenti conversazioni con i consiglieri Daidone e Virgitto.

Fin qui i fatti che saranno analizzati nell’udienza del 3 marzo prossimo, durante la quale il Gup di Catania, Daniela Monaco Crea, deciderà se archiviare o rinviare a giudizio i tre indagati. Dicevamo dei risvolti politici. Giusto per entrare nell’attualità politica e della geografia in Consiglio, balzano all’occhio alcuni movimenti che si legano, appunto, inevitabilmente, a questa imbarazzante vicenda giudiziaria dei due consiglieri indagati.

E’ noto che il gruppo Libertà e Pensiero è stato rimpiazzato dal gruppo Forza Riposto, costituito in aula dal consigliere Rosario Caltabiano, ex Alleanza Nazionale e da sempre riferimento politico di Basilio Catanoso, che dopo aver ricoperto per alcuni mesi il ruolo di assessore in Giunta ha scelto di prendere le distanze dall’esecutivo guidato da Caragliano, e di cui fanno parte, appunto Daidone e Virgitto, indagati, come detto, per una presunta tentata estorsione ed Eliana Maccarrone.

L’impressione è che la data del 3 marzo sarà un crocevia importantissimo per la geografia politica ripostese e che nonostante l’insolita “fusione”, il gruppo consiliare di “Forza Riposto” potrebbe rischiare di sciogliersi come neve al sole in base a quanto verrà stabilito nelle aule del tribunale e di cui non si potrà non tener conto.

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