Si ripete anche quest’anno nei locali espositivi del Palazzo della Cultura, in via Vittorio Emanuele 121, la mostra d’arte sacra, dedicata a Sant’Agata.Per i concittadini di Agata, l’appuntamento annuale che hanno con la festa di fatto è inteso come l’inizio del nuovo anno. La mostra, che sarà visitabile sino al 18 febbraio prossimo, dal titolo “L’oro di Agata”, scaturisce da una esperienza religiosa forte e sincera dell’artista Anna Tomarchio verso la figura della Santa Patrona di Catania. Le dodici opere, esposte in questa pregevole sede del Palazzo della Cultura, proprio in questi giorni in cui la nostra città festeggia la sua “Santuzza” sono frutto di un paziente lavoro manuale, di un estro originale e puro.
La festa di Sant’Agata annovera molte caratteristiche, in molti casi ineguagliabili, prima tra tutte la straordinaria partecipazione di popolo che nel clou dei 3, 4 e 5 febbraio coinvolge e sconvolge, piacevolmente, la vita della città e del popolo catanese.
Nelle immediate vicinanze della cattedrale, a partire dalle quattro e trenta del mattino del 4 febbraio, orario di apertura delle porte della cattedrale, i rintocchi del campanile scandiscono i momenti più emozionanti della festa. “D’improvviso le porte si spalancano e la marea dilaga correndo per le navate, lanciando le prime grida d’evviva, s’infrange contro il cancello della cappella della Santa, ancora una volta separata dalla meta da arricciati ferri e da solidi carabinieri”. Ma solo quando il busto reliquiario, posto sulla rossa varetta, rilucente di smalti e gioielli è sollevato e portato da uno stuolo di devoti al cospetto della folla, solo allora tra grida che fanno vibrare come un immensa cassa armonica tutta la basilica, Agata, la sensibile quintessenza del femminile, nel considerare la sua fragilità di giovinetta ma la forza assoluta delle sue idee, rivolge il suo sguardo sereno a migliaia di occhi velati dall’emozione che ringraziano la santa per avergli dato la grazie di essere ancora li con Lei.
Nell’osservare le opere di Anna Tomarchio, sono venute fuori queste emozioni. La particolarità della sua produzione artistica è l’utilizzo della carta fatta a mano con il metodo artigianale a lei tramandato del maestro Franco Conti. Le sue opere nascono proprio da lì, con la produzione della carta con la pasta di cellulosa stesa nel supporto a sgrondare l’acqua in eccesso e nel frattempo prendere forma.
Le sue opere in argento, oro zecchino e smalti, ripropongono, nella sua visione, “L’oro della nostra amata Agata” L’amore e la sacra devozione di un’intera comunità verso la Vergine e Martire, trova nuovo impulso attraverso la straordinaria creatività e genialità dell’artista, e nella magistrale azione del curatore della mostra Angelo Cigolindo, impegnatosi ad offrire una immagine nuova ed attuale di una festa cristiana, tra le più sentite e partecipate al mondo.
La gradevolezza della figura di Agata attraverso le opere di Anna Tomarchio è un mezzo per cogliere ciò che c’è di divino nell’uomo, potenziando e manifestando la sua somiglianza con Dio. Ispirarsi a Sant’Agata vuole dire cercare il divino che essa esprime con le sue virtù, con le sue scelte, con le sue rinunce, con le sue sofferenze, con la sua passione e con il suo sacrificio estremo. Essa scegliendo Dio sceglie il bello per eccellenza e attraverso l’integrità della sua persona manifesta la sua unione con Dio e la sua presenza che il suo corpo esprime.