Alle ore 8,20, è iniziata ieri, 6 febbraio, la salita di Sangiuliano del fercolo di Sant’Agata. Salita che, di norma, negli anni passati si svolgeva non oltre le ore 4, in piena notte. Perché tanto ritardo? Sembrerebbe, e il condizionale nella festività agatine è d’obbligo, che una delle cause sia stato il notevole ritardo, che la processione ha accumulato per percorrere la via Caronda, a causa del basolato lavico pericolosamente “incerato” dai grossi ceri dei devoti. Ma non c’era un’ordinanza sindacale che vietava i ceri accesi? Superata la via Caronda, la processione interna con la vara di Sant’Agata, dopo i fuochi di piazza Borgo, è stata, praticamente “congelata”… per raggiungere i “Quattro Canti”.
Qui, il fercolo è stato fermo per due lunghe ore prima che “qualcuno” si decidesse, finalmente, che era giunta l’ora di fare la salita, e giungere in via Crociferi per ascoltare il canto delle suore benedettine di clausura e dirigersi verso la cattedrale.
Nonostante la forte devozione fra i tantissimi cittadini in attesa del rientro della “Santuzza”, ed anche fra i tanti devoti con il “sacco”, sono stati espressi duri commenti nei confronti di tanto ritardo nello svolgimento della processione. Proteste anche da parte dei commercianti della zona. Esausti, oltre ogni limite, i giovani volontari del soccorso. Le forze dell’ordine costrette a turnazioni infernali.
Mentre il sindaco Bianco esulta: “Bella l’immagine offerta dalla città, anche a livello internazionale”.
Insomma, anche l’edizione 2015, nonostante l’esultanza del “Palazzo”, della festa di Sant’Agata è stata macchiata da tanti aspetti di illegalità diffusa. Fra questi “aspetti”, ovviamente, anche il ritardo, fuori da ogni regola, del fercolo.
Orazio Vasta
Le foto sono di Rossella Sturiale