Ma, senza sicurezza, tutto diventa sempre più difficile: “Nell’attuale commissariato di Librino – ha detto Tommaso Vendemmia, segretario del Siap – in attesa del trasferimento a villa Nitta, gli spazi sono angusti e i poliziotti sono oberati da attività amministrativa. Abbiamo chiesto al Questore di potenziare i controlli su strada, perché non si può preservare solo il centro storico”. Nel suo intervento Vendemmia ha ricordato anche il progetto-chimera della Cittadella della Polizia, avviato nel lontano 2004, finanziato con 30 milioni di euro di fondi Cipe, ma rimasto al palo a causa della presenza di amianto e rifiuti pericolosi interrati nell’area in cui dovrebbe sorgere l’edificio.
Fra gli intervenenti, quello dell’ex segretario provinciale della Cgil-Fiom, Pippo Rizzo (il sindacalista che, alla fine degli anni ’80, sfidò la mafia della acciaerie catanese), che ha chiesto al sindaco Bianco di “venire a Librino, per ascoltare gli abitanti”.
Senza se e senza ma l’intervento di Niccolò Notarbartolo, consigliere comunale del PD: “Librino purtroppo è l’emblema dei fallimenti dello Stato che non è riuscito ad innescare un circuito virtuoso. Per questo pensiamo che si debbano ricercare soluzioni innovative, incentivare le energie sane, come quelle dei Briganti, ascoltare il quartiere senza derubricare il tema Librino a semplice questione da campagna elettorale”.
Le cunclusioni dell’assemblea affidate al parlamentare Berretta, con un messaggio chiaro e forte al sindaco Bianco e alla sua macchina amministrativa, quindi,anche allo stesso Pd catanese: “Ci sono tanti strumenti, penso ad esempio al wi-fi libero, che a piazza Università c’è, ma di cui ci sarebbe molto più bisogno proprio qui, proprio a Librino. Anche questa è un’idea e chiediamo al Comune di ascoltare le richieste del quartiere”.
Orazio Vasta