Così come previsto dal protocollo sanitario nazionale, sarà l’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma a doversi pronunciare, presumibilmente già nelle prossime ore, sul presunto caso di Ebola esploso ieri a Taormina, dove un cittadino senegalese di trentanove anni, attualmente residente nella cittadina turistica siciliana, è stato ricoverato presso il locale nosocomio di contrada Sirina perché in prede a malessere febbrile.
Il paziente è stato, quindi, trasferito al reparto di malattie infettive del Policlinico Universitario di Messina, dove è stato ricoverato in isolamento attivando tutti i protocolli di sicurezza onde evitare il rischio di contagio. Nella stessa giornata, comunque, il senegalese non ha mostrato più sintomi febbrili.
Per sapere se si sia trattato di Ebola o di un malessere originato da altre cause, non resta che attendere il responso dello “Spallanzani”, cui è stato inviato il campione del prelievo effettuato sul paziente.
Quest’ultimo, dal canto suo, si è mostrato contraddittorio in quanto da lui dichiarato all’ospedale di Taormina prima ed a quello di Messina appena qualche ora dopo. Ai medici taorminesi, infatti, il senegalese ha detto (tramite traduttore in quanto non parla l’italiano) di essere stato ultimamente in Nigeria e di trovarsi in Italia da tre settimane, mentre a quelli del policlinico messinese ha fatto capire di essere nel nostro Paese da ben nove mesi, ossia dallo scorso giugno.
Rodolfo Amodeo