L’8 marzo di questo 2015 è coinciso, per la Diocesi di Acireale e la Congregazione dell’Oratorio acese di San Filippo Neri, con la giornata pro beatificazione del Venerabile Giovanni Battista Arista, Padre filippino, 2° vescovo di Acireale. Precedentemente, dal 5 all’8 marzo, i padri filippini hanno invitato a partecipare presso la loro chiesa dell’Oratorio a celebrazioni eucaristiche, ad una Veglia Eucaristica, una Via Crucis, e sabato 7 alla conferenza sul tema “Guardo lOstia ed interrogo Gesù”.
Conferenza tenuta da don Massimo Naro docente di teologia sistematica nella Facoltà Teologica di Sicilia nella quale ha evidenziato, in tutti gli scritti del Venerabile Arista, la pietà eucaristica come luogo teologico. Per la cronaca si fa presente che è stato mons. Salvatore Russo, 8° Vescovo di Acireale, nel lontano 1946, ad iniziare il processo di beatificazione perchè aveva riconosciuto in Giovanni Battista Arista, suo predecessore, il “Vescovo della preghiera”, il “Vescovo dell’Eucaristia”, e molte altre virtù. E che il primo giugno del 2007 Benedetto XVI ha dichiarato Venerabile l’Arista, con decreto in pari data che riconosce “le virtù eroiche” del nostro Servo di Dio, palermitano di nascita, acese d’adozione per avere vissuto ad Acireale fin dall’età di otto mesi.
Ritornando alla conferenza riferiamo che don Naro ha ampiamente ricordato le direttive dell’autorità episcopale dell’Arista, ben punteggiate e scandite nelle sue quattordici lettere Pastorali, dal 1907 al 1920, data della sua morte, nelle quali scriveva con il cuore! La Pastorale “Preghiera eucaristica” è del 1912. In questa Pastorale il vescovo Arista, innamorato dell’eucaristia, parla e scrive di Essa con commozione perchè la relativa dottrina è per lui, oltre che teologia della mente, anche teologia del cuore. “Dovendo scrivere dell’Eucaristia – ha scritto Arista – io mi raccolgo, con le ginocchia della mente inchine, ai piedi dell’Ostia santa e, guardando l’Ostia, scriverò quello che mi verrà dettato dal cuore. L’eucaristia è l’ultima espressione di Dio per noi. Gesù eucaristia è un Dio nascosto; ma la fede viva ce lo dovrebbe fare trovare, ce lo farebbe far sentire; sicchè il cuor nostro, in presenza dell’eucaristia, dovrebbe trasalire e fremere. Andiamo, corriamo a Gesù, preghiamo Gesù e preghiamo con Gesù. Nelle tempeste dell’ora presente, non c’è altra speranza per noi che l’eucaristia”.
A conclusione della relazione di don Naro ha preso la parola padre Alfio Cantarella, legale rappresentante della Congregazione acese di San Filippo Neri, il quale ha ricordato che il filippino acese Arista dal 30 novembre 1904 al 6 giugno 1907 fu Vescovo Ausiliare di Acireale continuando, però, a reggere la Congregazione, di cui rimase Preposto, e il Collegio San Michele del quale seguitò ad essere il direttore. “Rivestito poi della dignità vescovile – ha concluso padre Cantarella – conservò l’umiltà dello spirito filippino, osservante delle regole e sottomesso alle esigenze della vita comune”.
L’incontro è stato chiuso da S.E. mons. Antonino Raspanti che ha ricordato ai presenti quanto già, tra l’altro, riportato nel suo messaggio per la giornata pro beatificazione. E cioè il grido di carità “amiamoci, amiamoci” che con cuore commosso il secondo Vescovo di Acireale fece risuonare nell’arco della sua esistenza, ricercando sempre l’unità quale espressione della carità. Grido che altro non è che l’accondiscendere a quella prodigiosa parola “emanata dal labbro di Dio e che diviene rugiada che cade dal cielo sulla terra arida, raggio di sole che fecondò la zolla senza vita; suono misterioso che ricercò le fibre dell’intorpidito cuore dell’uomo”.
Camillo De Martino
nella foto, da sinistra, don Guglielmo Giombanco, vicario generale, padre Alfio Cantarella, mons. A. Raspanti, don Massimo Naro