Crocetta in una nota trasmissione tv della domenica, annunciò che l’Arsea era stata di fatto messa in liquidazione ma nei fatti, quella struttura che Raciti definisce “mangiasoldi” e che si occupa di assicurare i pagamenti in agricoltura, è ancora viva e vegeta. Peggio. Numeri alla mano si contano sprechi impressionanti. Tra affitti, dipendenti pagati per anni e un direttore in carica, Claudio Raciti, ecco una falla da 1,5 milioni di euro. Raciti ha inoltrato alla Procura di Palermo, un esposto pesantissimo che è stato girato anche alla Corte dei conti e alla Guardia di finanza.
Crocetta, come detto, aveva platealmente annunciato non solo lo scioglimento dell’Arsea ma anche la contestuale revoca del contratto di direttore a Claudio Raciti che, a distanza di quasi due anni da quell’annuncio in tv, non ha ricevuto alcun provvedimento, né comunicazione di revoca del proprio contratto o della stessa liquidazione dell’agenzia, essendo peraltro necessaria una apposita norma dell’Ars. Risultato tangibile: confusione e ancora sprechi sulla pelle dei siciliani come gli acquisti di materiale informatico eseguiti senza alcun criterio: 52 computer nuovi di zecca ancora imballati, sono stati relegati in un magazzino del palazzo dell’Esa, quasi fossero dei reperti archeologici.
Ad oggi, il contratto di direttore dell’Arsea rimane pienamente operativo e Raciti che afferma di non ricevere lo stipendio, pur espletando la propria funzione, quella di guidare una struttura fantasma, ha già annunciato che chiederà il conto. Un conto salato.