Il PD sul Cara di Mineo: “il Consorzio va sciolto” -
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Il PD sul Cara di Mineo: “il Consorzio va sciolto”

Il PD sul Cara di Mineo: “il Consorzio va sciolto”

Ieri direzione provinciale del partito a Catania. Durante i lavori presentato un documento che esprime la linea del partito sulla vicenda Cara di Mineo. Il documento, che  vede come primo firmatario Giuseppe Berretta assieme ad altri 25 componenti e che è stato presentato da Tania Spitaleri (Pd Giarre), è stato approvato con un solo voto contrario. E i sindaci “marca Pd” del Consorzio, per coerenza, si dimetteranno?

La direzione provinciale del Partito Democratico di Catania ha accolto a maggioranza (solo un contrario e nessun astenuto) un ordine del giorno relativo al Cara di Mineo, sottoscritto come primo firmatario dal parlamentare nazionale Giuseppe Berretta. Il documento, che è stato presentato nel corso della Direzione da Tania Spitaleri (consigliere comunale di Giarre), rappresenta un forte impegno di tutto il gruppo dirigente dei Democratici etnei e degli eletti a tutti i livelli perché si chieda “lo scioglimento e il commissariamento del Consorzio” che gestisce il Cara di Mineo”.

“Le recenti vicende giudiziarie relative alla gestione del Cara di Mineo e connesse all’inchiesta Mafia Capitale impongono anche al Partito Democratico una profonda riflessione sui fatti in questione e una presa di posizione ferma e inequivocabile – si legge nell’odg del deputato Berretta, che già sulla vicenda Cara era intervenuto più volte con diversi atti ispettivi al Ministero dell’Interno –. Il quadro che sta emergendo, infatti, descrive una gestione del Cara che appare da un lato piegata a interessi particolari attraverso l’utilizzo di procedure e modalità di conferimento degli appalti poco trasparenti, come affermato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, dall’altro segnata da condizioni inumane e degradanti e quindi lesive della dignità umana, come testimoniato da molti articoli di stampa e anche da visite ispettive”.

“Più volte è stato evidenziato come la scelta da parte dell’allora Governo Berlusconi di costruire un modello di accoglienza basato su grossi centri e non sull’accoglienza diffusa, rappresentasse in sé una decisione foriera di potenziali degenerazioni, con concentrazioni su un unico territorio di un numero enorme di immigrati e con un impatto sociale di difficile gestione, oltre che l’assunzione della gestione in poche mani dell’accoglienza in Italia”. Nel documento si sottolinea inoltre “il rischio, anche alla luce delle più recenti vicende di terrorismo internazionale, che un numero così alto di persone da gestire in un solo centro possa far sfuggire dal controllo eventuali fenomeni di radicalizzazione” e si mettono in evidenza infine “tutti i limiti della gestione affidata al consorzio dei Comuni, in termini di adozione di atti e procedure ed il rispetto dei più elementari criteri di trasparenza”.

Per questo, l’ordine del giorno sottoscritto da Berretta assieme ad altri 25 firmatari, impegna il segretario provinciale Enzo Napoli e l’intera direzione Pd a mettere in atto azioni coordinate per chiedere lo scioglimento del Consorzio che gestisce il Cara, ma anche che la sua gestione venga posta in capo allo stesso Ministero dell’Interno e alle sue articolazioni territoriali. Il Pd chiede inoltre di superare “l’attuale modello di gestione con il ridimensionamento dei centri di accoglienza, favorendo modelli di accoglienza diffusa e si impegna a promuovere un’azione di verifica e rispetto dei diritti umani”.

Adesso, affinché questo intendimento votato dalla direzione provinciale del partito Democratico, non resti lettera morta o, peggio ancora, diventi carta straccia, ci attendiamo, di conseguenza e per coerenza, le dimissioni di tutti i sindaci del Consorzio che appartengo al Pd. Accadrà?

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