Andare a visitare i propri cari al cimitero e non trovarli. Non è una scherzo di cattivo gusto, ma è quello che è accaduto al cimitero di Catania. Non è il canovaccio di un film horror, ma un fatto reale e concreto, come appurato dal video servizio delle Iene nella puntata di giovedì 26 marzo. I fatti raccontati si riferiscono ad un episodio criminale scoperto nel gennaio 2013 nel capoluogo etneo. Resti umani buttati nella spazzatura in modo da liberare vecchie tombe senza attendere i tempi tecnici degli espropri e creare così nuovi loculi creando un business da migliaia di euro.
L’ex responsabile ai servizi cimiteriali del Comune di Catania, Walter Spina, dal 2006 al 2010 gestiva a proprio piacimento le concessioni di tombe all’interno del Campo Santo catanese. Avrebbe autorizzato la costruzione di cappelle e fabbricati in maniera arbitraria intascando, come risulta dalle indagini, gli oneri di urbanizzazione relativi alla costruzione delle nuove strutture. Un vero atto delinquenziale che, all’insaputa dei familiari, permetteva di far sparire lapidi e spoglie umane gettandoli nelle discariche liberando così lo spazio e rilasciando alle nuove famiglie dei falsi documenti di concessione per un ammontare di centomila euro. È in corso un’indagine della magistratura che vede coinvolti insieme a Walter Spina, prima sospeso e poi licenziato, Sebastiano Nauta, Agatino Fascina e Giuseppe Piazza (foto a sinistra).
Oltre quindici, come spiegato nel video, i morti scomparsi dove nipoti o parenti prossimi come il signor Nunzio nipote della signora Angela Corsaro protagonista dell’ultimo caso di tomba sparita nel nulla, vedono svanire come se niente fosse le spoglie dei propri cari senza alcuna ragione o spiegazione valida. I responsabili devono rispondere dei reati di peculato, truffa, vilipendio del cadavere e soppressione delle salme per la realizzazione dei nuovi loculi.
Elisa Guccione
fonte sito partner siciliajourna.it
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