Il ceramista e docente di Disegno si è cimentato nella cinematografia realizzando un significativo docufilm che mette a nudo le contraddizioni, le occasioni mancate ed il degrado ambientale della cittadina dell’Alcantara, le cui potenzialità continuano ad essere colpevolmente ignorate e mortificate
E’ sempre stato nello stile di Francesco Consalvo, noto ed apprezzato maestro ceramista di Francavilla di Sicilia nonché docente di Disegno, offrire interessanti spunti di riflessione critica. E lo ha fatto pure con la sua opera prima cinematografica “Francavilla 2014”, che il poliedrico artista ha recentemente ideato, diretto ed interamente autoprodotto con le proprie tasche avvalendosi del lavoro di editing del giovane concittadino regista Francesco Campo.
Trattasi di un docufilm della durata di quasi un’ora che “fotografa” in maniera assolutamente realistica lo stato attuale della cittadina dell’Alcantara, ed esattamente nell’anno conclusosi un paio di mesi fa, durante il quale sono state effettuate le riprese.
E come tutte le vere opere d’arte, tale lungometraggio non lascia indifferenti, sia da un punto di vista estetico, per l’eleganza delle immagini ed il ritmo narrativo, e sia sotto l’aspetto contenutistico. Da spettatori francavillesi, infatti, nel visionarlo abbiamo provato una sensazione di ammirazione mista a rammarico per le notevoli potenzialità del Comune in cui viviamo, purtroppo “disturbate”, se non occultate e mortificate, dall’imperante degrado, frutto di decenni di incuria e disinteresse civico, anche e soprattutto da parte di chi ha avuto responsabilità di governo e gestione del territorio locale. Eloquente, al riguardo, la frase che appare in sovrimpressione con la quale Consalvo introduce lo spettatore nella visione di “Francavilla 2014”: «Mentre altrove le pietre diventano monumenti, qui i monumenti diventano pietre…».
Lo “spettacolo” offerto da questa pregevole e significativa opera documentaristica consiste, dunque, nello stridente contrasto, presente in parecchi quartieri del paese, tra eleganti ambienti che sanno di antico ed antiestetiche superfetazioni moderne; la sgradevole anomalia, già visibile ad occhio nudo, è ancor più evidenziata dalle riprese effettuate col “drone”, ossia la telecamera “volante” di nuova generazione della quale l’operatore video Francesco Campo ed il suo assistente Enrico Munforte hanno fatto abbondante e sapiente uso.
Ci si rende, dunque, conto come i tanti vicoletti del centro storico francavillese potrebbero mostrarsi esteticamente gradevoli e “vivibili”, mentre invece si ritrovano abbandonati a se stessi, così come gli antichi edifici fatiscenti ed a rischio di crollo che su di essi si affacciano.
E lasciando il centro urbano per spostarsi nelle periferie, la situazione non è certamente migliore: le “impietose” telecamere di Consalvo immortalano, infatti, incantevoli scorci paesaggistici “oltraggiati” da discariche a cielo aperto (tra cui anche cumuli del famigerato amianto).
Come si addice al miglior cinema neorealista, le immagini di “Francavilla 2014” parlano da sé e non hanno certo bisogno di commenti mentre mostrano un paese indifferente ed “ingrato” verso il proprio glorioso passato ed a tutt’oggi incapace di “accorgersi” di poter vantare, tra l’altro, i resti di insediamenti preistorici, testimoniati da megaliti e palmenti nella roccia di cui sono disseminate le campagne circostanti al centro abitato e che altrove si sarebbero fatti assurgere a mete turistiche.
Ma l’attento obiettivo di Francesco Consalvo ci dice pure che a Francavilla la “sindrome della memoria corta” miete vittime anche tra le testimonianze del passato più recente, come le tante strutture pubbliche, con in testa gli impianti sportivi, abbandonate al loro destino fino quasi a non poter essere più fruite.
“Francavilla 2014” fa, inoltre, riflettere sul colossale “scheletro” della Pretura incompiuta, che da quasi un trentennio continua inutilmente a “troneggiare” in Via Don Nino Russotti, sulla mancata valorizzazione dei cosiddetti “villaggi fantasma” della riforma agraria e sull’ormai dismessa stazione ferroviaria, rimasta completamente inutilizzata, mentre in altri Comuni, anche siciliani, parecchie di tali strutture sono state convertite in musei, bed & breakfast o, più in generale, in immobili destinati ad una pubblica fruizione.
Ma pur evidenziandone le “criticità”, Francesco Consalvo riesce comunque a far risaltare quanto di meglio la cittadina dell’Alcantara è in grado di offrire in termini di paesaggi e beni artistici e monumentali (come le suggestive vedute “mozzafiato” dalla collina del Castello o l’originale integrazione tra natura e tecnologia nell’area della “mitica” Centrale Idroelettrica). E proprio questa coesistenza di “bello” e “brutto” provoca nello spettatore un sussulto d’orgoglio misto ad indignazione scaturente dal prendere coscienza di ciò che Francavilla potrebbe essere e che invece, scioccamente e colpevolmente, non è.
Dal canto suo, l’autore Francesco Consalvo si limita umilmente a dire di «aver filmato Francavilla di Sicilia così come attualmente si presenta, senza denigrare né elogiare nessuno, sperando che essa possa quanto prima cambiare in meglio anche grazie agli stimoli offerti da questo mio “viaggio” per immagini, che voglio personalmente dedicare al compianto frate cappuccino Concetto Lo Giudice il quale, pur non essendo io religioso, è stato per me come un padre che mi ha consigliato e guidato nella ricerca del bello».
In queste settimane il docufilm “Francavilla 2014” di Francesco Consalvo è stato visionato ed apprezzato in diverse proiezioni private; ma quanto prima dovrebbe essere ufficialmente presentato in pubblico nell’ambito di un apposito evento, al quale è auspicabile intervengano tutti i principali attori del territorio affinché prendano spunto da quelle immagini per iniziare a discutere seriamente su come favorire quel cambiamento di cui il Comune dell’Alcantara ha necessariamente ed urgentemente bisogno per tentare di poter “rinascere”.
Rodolfo Amodeo
FOTO: Francesco Consalvo con il dvd di “Francavilla 2014” ed insieme al regista Francesco Campo