Taormina: un francescano tra i cappuccini

La statua di Sant’Antonio di Padova ha lasciato la sua nicchia antistante la stazione ferroviaria per essere restaurata grazie ad una raccolta di fondi promossa dai tassisti che orbitano nello scalo di contrada Villagonia. Nell’attesa dell’intervento, osteggiato dai proprietari del terreno su cui insiste il piccolo luogo sacro, il simulacro ha trovato ospitalità in un bar…

Per quasi un secolo la stazione ferroviaria di Taormina-Giardini Naxos, in contrada Villagonia, è stata benevolmente “guardata” da Sant’Antonio di Padova, una cui statua era collocata in un antro scavato nella roccia del Monte Tauro. A quel simulacro si erano particolarmente affezionati i numerosi tassisti che sono soliti stazionare davanti allo scalo taorminese-naxiota, al punto da eleggere il religioso patavino a loro protettore. Ma da qualche giorno la statua di S. Antonio non “abita” più nella caratteristica nicchia di Villagonia, bensì nello storico bar dell’antistante stazione, dove il gestore Sergio Micari le ha generosamente offerto “ospitalità” nell’attesa che venga restaurata attraverso i fondi raccolti dai tassisti tramite un’apposita colletta. A tale iniziativa, però, si sta fermamente opponendo un privato il quale, a quanto pare, sarebbe il proprietario del suolo su cui, a suo tempo, venne ricavato quel piccolo angolo di religiosità.

Sulla particolare vicenda ha diramato una nota “semiseria” l’avvocato Franz Buda nella sua qualità di presidente del “Centro Diritti del Cittadino – Sicilia”, avente sede a Giardini Naxos.

«Proprio in queste giornate pasquali – scrive sarcasticamente Buda con il suo consueto stile tra il serio ed il faceto – Sant’Antonio da Padova sta affrontando la sua agonia a… Villagonia. I nuovi proprietari del vecchio “Albergo Moderno”, ubicato di fronte all’artistica stazione ferroviaria, si sono infatti opposti ai tassisti di Taormina che vogliono, a proprie spese, effettuare il restauro del piccolo sacrario ove, da tempo immemorabile, veniva custodita la statua del santo in questione. La querelle è addirittura approdata al Commissariato della Perla dello Jonio, i cui agenti hanno dovuto sedare, qualche mattina addietro, una vera e propria rivolta popolare in favore del ripristino della grotticella del santo “sfrattato”.

«Oggi, dunque, quell’antro di S. Antonio si mostra vuoto, e la statua è stata messa agli… arresti domiciliari nel bar della stazione, un sito laico non certo dignitoso per un religioso, riconosciuto Dottore della Chiesa, cui adesso toccherà convivere con… brioches e cappuccini.

«L’usurpazione dell’edicola e dellarea circostante (a suo tempo destinati al santo da generosi privati) non può rimanere impunita in quanto sia gli enti religiosi che le pubbliche istituzioni si sono dichiarati pronti a difendere tale sito, unendosi così alla nobile iniziativa intrapresa dai tassisti, che da generazioni venerano quell’immagine sacra di S. Antonio da Padova.

«Quest’ultimo occupa nella tradizione locale un posto di rilievo assieme a San Pancrazio. Non tutti sanno, ad esempio, che nel catasto borbonico il territorio di Taormina era diviso in quattro frazioni, di cui la più importante, comprendente il centro storico ed ubicata tra il torrente Sirina ed il torrente Leto di Mazzeo, era denominata proprio “Sant’Antonio”. E si racconta pure di una miracolosa vicenda risalente al 9 luglio del 1943. In pratica, il giorno del bombardamento da parte degli “Stukas” inglesi, i due santi protettori di Taormina si divisero equamente i sacri compiti tutelari: Pancrazio avrebbe fatto deviare con un forte vento la seconda ondata di bombe diretta sul Comando tedesco e sulla Città, spingendola nelle campagne retrostanti, mentre Antonio avrebbe fatto precipitare in mare quelle lanciate sulla stazione ferroviaria e sull’abitato di Villagonia; qui un ordigno cadde sul prima citato Albergo Moderno”, perforandone tutti i piani ed andando a finire  nelle  profonde cantine, ma fortunatamente senza esplodere.

«Sta di fatto – conclude Franz Buda – che il venerato santo, privato di quella sua piccola casa, non potrà più vigilare sulla stazione ferroviaria, sui treni che da essa transitano, sui suoi viaggiatori e sui tassisti che lì si guadagnano da vivere: si consiglia, quindi, agli “usurpatori” di… scherzare con i fanti, lasciando stare i santi!».

Dal canto loro, i titolari del frequentatissimo ritrovo annesso alla stazione ferroviaria di Taormina dichiarano che non c’è nulla di cui scandalizzarsi se, provvisoriamente, quel simulacro non si trova nella sua consueta nicchia, dove in ogni caso l’intervento di restauro, che dovrebbe iniziare a breve, non può essere effettuato in quanto la statua deve essere necessariamente trattata in laboratorio.

E del resto – aggiungiamo noi – che c’è di male se un francescano, quale Sant’Antonio di Padova, trascorre qualche giorno insieme ai… cappuccini?!

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: da sinistra la statua di SantAntonio nel bar della stazione di Taormina, la nicchia che la ospitava in c.da Villagonia e l’avv. Franz Buda