Taormina alla ribalta sindacale nazionale -
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Taormina alla ribalta sindacale nazionale

Taormina alla ribalta sindacale nazionale

Insieme a Roma e Milano, la cittadina siciliana farà da location, mercoledì prossimo 15 aprile, alla grande manifestazione indetta dalle organizzazioni di categoria per difendere i diritti dei lavoratori del comparto turistico, che specie nel comprensorio della Perla dello Jonio rischiano di essere penalizzati dalle novità introdotte dal cosiddetto “Jobs Act”

Hanno un forte valore simbolico le location scelte dalle organizzazioni sindacali di categoria del comparto turistico per lo sciopero nazionale di mercoledì prossimo, 15 aprile. Oltre che da Roma, in procinto di accogliere milioni di fedeli da tutto il mondo in occasione del “Giubileo della Misericordia” voluto da Papa Francesco, la mobilitazione verrà ospitata anche da Milano, sede dell’imminente ed attesissima “Expo”, e dalla sicilianissima Taormina, capitale indiscussa del turismo.

Obiettivo della megamanifestazione, indetta congiuntamente da Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs, è quello di protestare contro lo stallo dei tavoli negoziali per il completamento dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro nel settore del turismo, dove operano complessivamente oltre un milione di addetti, da più di due anni in attesa della nuova normativa che li riguarda.

Nel comprensorio di Taormina, inoltre, si aggiunge un’ulteriore problematica, sulla quale nelle settimane scorse la Fisascat-Cisl di Messina aveva lanciato l’allarme attraverso il segretario provinciale Pancrazio Di Leo, il segretario generale aggiunto Salvatore D’Agostino, la segretaria territoriale Nunzia Tomaselli ed, in particolare, il componente del Consiglio Generale Mario Ianniello, “storico” sindacalista di Giardini Naxos.

«In pratica – spiega Ianniello (nella foto)con l’introduzione della “Naspi” (ossia la nuova assicurazione sociale per l’impiego prevista dal cosiddetto “Jobs Act”), per poter beneficiare di almeno tre mesi del sussidio di disoccupazione occorrerà lavorare almeno sei mesi e, quindi, non sarà possibile assicurarsi un reddito per l’intero anno. Per riscuotere le dodici mensilità necessitano, dunque, almeno otto mesi di lavoro, condizione questa estremamente difficile a realizzarsi, specie nelle località a vocazione turistica, quali Taormina o la vicina Giardini Naxos, dove impera il lavoro di tipo stagionale, ossia limitato a pochi mesi l’anno. I lavoratori, pertanto, rischiano di subire un taglio di oltre il cinquanta per cento della durata e del valore del sussidio».

Mercoledì della prossima settimana, quindi, sulla Perla dello Jonio si accenderanno i riflettori e le telecamere dei mass media nazionali, che effettueranno servizi e collegamenti in diretta con le tre piazze in cui si svolgeranno le manifestazioni. E la piazza di Taormina si mostra, in tale contesto, particolarmente significativa in quanto località che al turismo deve fama e ricchezza e che, come tale, al turismo deve sempre guardare con la massima attenzione, a cominciare da quella da riservare alle “umili braccia” che reggono le sorti delle varie strutture ricettive e di ristorazione presenti nel suo territorio.

Presentando l’iniziativa del 15 aprile, il segretario generale aggiunto della Fisascat, Giovanni Pirulli, ha dichiarato che «il completamento dei rinnovi contrattuali di settore con le associazioni datoriali Fipe, Federturismo, Confindustria Alberghi, Angem, Alleanza delle Cooperative Italiane e Confesercenti rappresenta una priorità per assicurare ai lavoratori ed alle lavoratrici un dignitoso trattamento economico che ne riconosca la professionalità e la competenza con le quali sosterranno i grandi eventi che il nostro Paese ospiterà nel corso del 2015».

«I nuovi contratti nazionali del turismo – ha aggiunto il segretario generale della Fisascat, Pierangelo Raineri – dovranno contemplare pure norme contrattuali per il consolidamento del welfare di settore e per il rafforzamento della contrattazione decentrata, alla quale è demandato anche il compito di affrontare una crisi che continua purtroppo a produrre effetti, ma che non deve avere ripercussioni sui livelli occupazionali, sulla qualità del lavoro e, dunque, sulla competitività delle imprese turistiche».

Rodolfo Amodeo

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