Dopo oltre un mese dall’assassinio i carabinieri di Paternò hanno individuato l’assassino e i suoi due complici. Si tratta di un pregiudicato, che ha trucidato Massimo Pappalardo “colpevole” di amare una donna con cui in passato aveva avuto una relazione. L’omicida non aveva mai accettato l’abbandono da parte della donna, la quale, per i continui “raid” dell’uomo, più volte si era rivolta alla stazione dei carabinieri per sporgere denuncia. Ma ciò non è bastato per disarticolare le intenzioni criminali dell’ex, che ha organizzato un piano per eliminare fisicamente il giovane pizzaiolo.
Nelle prime ore notturne del 8 marzo, Massimo ha lasciato, in una zona periferica di Paternò, la fidanzata nella propria abitazione per recarsi verso casa a Valverde. Non molto distante da quel luogomMassimo è stato bloccato e, successivamente, assassinato con quattro colpi di pistola alla testa. Il cadavere di Pappalardo è stato trasportato, poggiato sul sedile posteriore della sua stessa auto, verso le campagne di Paternò e qui è stato prima scaraventato con tutta l’auto dentro un fossato, e poi dato alle fiamme. Quando le fiamme si sono sviluppate il satellitare, di cui era dotato il mezzo, ha fatto scattare l’allarme “per incendio”, allarme che ha raggiunto sul cellulare la mamma di Massimo, intestataria dell’auto.
Oggi i funerali, mentre l’assassino, seppure individuato,nè ancora latitante: “Massimo Pappalardo – dice Salvo Danubio, assessore comunale di Aci Castello – era un bravo ragazzo. L’ho conosciuto. Nonostante fosse residente a Valverde, di fatto era un trezzoto. Conosciutissimo ad Aci Trezza, specialmente fra i giovani. Un ragazzo pieno di vita. Un lavoratore. Ho partecipato ai suoi funerali, indipendentemente dal mio incarico istituzionale”.
Che aggiungere? Intanto attendiamo di scrivere su queste pagine, al più presto, un “pezzo” sull’avvenuto arresto del killer che ha stroncato la vita ad un giovane, una vita stroncata per stroncare un amore…
Come “Gazzettinonline” abbiamo seguito, sin dal primo momento, questa triste vicenda e oggi, in occasione dell’estremo addio al giovane pizziaiolo pubblichiamo una foto, forse realizzata dallo stesso Pappalardo, postata da Massimo pochi giorni prima di essere trucidato, sul suo diario Facebook, che ritrae il suo lavoro, fatto con le sue mani, mani che avevano sfidato il calore dei forni, mani che, forse, per un attimo hanno reagito a chi aveva deciso di ammazzarlo.
Orazio Vasta