Atmosfera surreale a Trecastagni dove stamattina, in occasione del 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, dominava, fra la pietra nera del monumento ai caduti, un cuscino di colorati e profumati fiori (nella foto di Carlo Bellavia). Molti credono che sia un omaggio dell’amministrazione comunale ai caduti della lotta partigiana. E c’è anche chi si lamenta perchè non ci sia stata una cerimonia ufficiale con il sindaco con la fascia tricolore, tutte le altre autorità civili e militari, la banda musicale. Ma presto il mistero è risolto. L’amministrazione comunale non c’entra con il cuscino di fiori.
Artefice del gesto è stato l’operaio forestale Tommaso Medici, componente della direzione regionale della Flai-Cgil: “Non era possibile – spiega il noto sindacalista – che il 25 aprile, e nel suo 70° anniversario, a Trecastagni trascorresse senza un pensiero per i nostri partigiani, per tutti coloro che hanno dato la loro vita per la liberazione e per la democrazia. Il mio omaggio è senza sigle, senza simboli, solo fiori. Non voglio creare polemiche, ma qualcuno dovrebbe dare le dovute spiegazioni per il 25 aprile oscurato dal Comune”.
Le spiegazioni arrivano faticosamente attraverso alcune risposte a domande poste ai rappresentanti istituzionali, da alcuni consiglieri comunali: “Abbiamo fatto un breve momento di ricordo durante il Consiglio comunale di giovedì scorso”.
Invece il sindaco Giovanni Barbagallo (Pd), spiega: “Non ho avuto il tempo di organizzare un evento significativo anche perchè molti hanno approfittato del ponte per fare una scampagnata. Troverò il modo di ricordare i valori della Resistenza”.
Poi, più tardi, in un secondo intervento, il sindaco di Trecastagni precisa: “Per il 25 aprile a Trecastagni non si è mai fatto nulla. Noi abbiamo già in programma alcune iniziative. Lunedì, nei due gemellaggi previsti, parlerò anche della Resistenza”.
Insomma, a Trecastagni, dove la ricorrenza del 25 aprile è stata rimandata a dopo la scampagnata del “ponte”, i fiori “anonimi” di stamattina pesano come una montagna sulla giunta di centrosinistra, una montagna dove ancora fischia il vento ed urla la bufera…
Orazio Vasta