A conferma che le cosche randazzesi facessero in qualche modo riferimento al nuovo reggente della cosca Brunetto, ovvero Carmelo Oliveri, i carabinieri nell’ordinanza citano un incontro avvenuto all’interno di una stalla di vico Costanzo a Giarre, meglio conosciuto come cortile “Pizzulaceddu”, alle spalle di via Callipoli alta, cui hanno preso parte oltre a Carmelo Oliveri, Vincenzo Lo Monaco, Davide Seminara, Giuseppe Pontillo.
In quella occasione, i predetti, furono sottoposti ad un controllo di polizia avvenuto la mattina del 4 aprile del 2013. Nella circostanza Vincenzo Lo Monaco, poichè sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, veniva tratto in arresto.
Di significativa valenza probatoria, secondo la Procura, risultava un breve tratto di conversazione ambientale registrata tra Vincenzo Lo Monaco e lo zio di questi, Gaetano Lo Monaco, dipendente delle aziende agricole facenti capo agli imprenditori Francesco Tornabene e Giuseppe Mannino, nel corso della quale venivano commentate alcune divergenze sorte tra Vincenzo Lo Monaco, Emilio Aramis, che attenevano all’impresa di Tornatore. In questo contesto, Vincenzo Lo Monaco commentava con lo zio Gaetano che il nuovo reggente del gruppo avrebbe gestito tali contrasti.
Relativamente ad una delle principali attività criminali portate avanti dal gruppo dei Brunetto, ovvero le estorsioni, assume non poco significato la conversazione tra Vincenzo Lo Monaco e il giarrese Giuseppe Calandrino (nella foto a sinistra), allorquando a quest’ultimo, veniva fornito un dettagliato resoconto delle aziende che venivano sottoposte ad attività estorcevi per riferirlo poi al Paolo Brunetto, il capo del gruppo criminale.
Vincenzo Lo Monaco: “Minchia… qua il .. sono poche sono dentro e da quando che hanno arrestato a me, non hanno concluso una minchia, sono uscito io ed è successa la valle… ho tutte cose sotto sopra… non ho lasciato nulla… Peppe (Giuseppe Calandrino) non ho lasciato nulla, erano nove?… tutti e nove se li sono portati. Ce ne erano… indietro, piano piano si stanno “ricugghennu”. Già quattro si sono “ricugghiuti” e sono questi qua… gli altri cinque, continuiamo, gli tolgo mano… quando vedo che si piegano, allora mano non gliene tolgo”.
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