Il giovane Vincenzo Fucile, in un rifugio da lui realizzato nelle campagne di contrada Sorciaro, ospita e cura amorevolmente a proprie spese i cani abbandonati. Bella ed esemplare storia di una passione originatasi negli anni dell’infanzia e messa disinteressatamente al servizio della comunità per fronteggiare un fenomeno sempre più dilagante
Soprattutto in tempi di crisi economica e conseguenti problematiche e “nuove emergenze”, il volontariato (o “terzo settore”) costituisce una risorsa importantissima per la società. Da operatori dell’informazione, dunque, siamo sempre lieti ed onorati di dare il meritato risalto a tutte quelle virtuose realtà operanti nell’ambito sociale, sanitario, educativo, ambientale, culturale ed a difesa dei diritti civili e riconducibili solitamente ad associazioni, cooperative sociali, fondazioni ed organizzazioni non governative.
Eppure c’è anche chi pratica il volontariato a livello individuale ed in maniera assolutamente spontanea, senza cioè alcuna veste giuridico-organizzativa né accessi ad aiuti e finanziamenti pubblici, ma spinto solamente da un’atavica ed intensa passione mista alla disinteressata voglia di rendersi utili al contesto in cui si vive.
E nella ridente cittadina etnea di Linguaglossa abbiamo scoperto proprio uno di questi casi di volontariato “silenzioso”. In un appezzamento di terreno di contrada Sorciaro (nei pressi della stazione ferroviaria della Circumetnea), l’appena diciottenne Vincenzo Fucile, studente di quinto anno all’Istituto Politecnico di Giarre, ha infatti realizzato un rifugio per cani randagi, sopperendo così alle carenze degli enti locali in materia di politiche animaliste.
Vero è che, anche in Sicilia, esistono dei canili comprensoriali con i quali i Comuni sono soliti convenzionarsi per fronteggiare il sempre più dilagante fenomeno del randagismo; ma è anche vero che non sempre questi ricoveri si mostrano all’altezza della loro “mission”, sia per quanto riguarda la tempestività dei tempi di presa in carico degli animali e sia per quanto attiene all’efficacia degli eventuali trattamenti sanitari cui sottoporre i randagi (per non parlare dei tanti obbrobriosi scandali denunciati in questi anni in tale settore dal popolare programma televisivo “Striscia la Notizia”).
Nel fazzoletto di terra messogli generosamente a disposizione dal signor Ferdinando Zappalà, invece, Vincenzo Fucile provvede interamente a sue spese, ed ovviamente col sostanzioso apporto economico dei genitori, ad ospitare i cani, sfamandoli e, se necessario, affidandoli alle cure di medici veterinari. E lo fa da circa un decennio, ossia da quando aveva appena otto anni di età, mosso da un’innata simpatia nei confronti degli “amici a quattro zampe”.
Attualmente sono una quindicina i randagi presenti nella “struttura” di contrada Sorciaro, dove Vincenzo si reca diverse volte al giorno e persino nottetempo per controllare che ai suoi “ospiti” non manchi nulla. In realtà, il termine “ospiti” non è granché appropriato visto che sta ad indicare una residenza temporanea, mentre il giovane animalista di Linguaglossa non ha mai ceduto ad altri i suoi randagi in quanto si affeziona ad essi in maniera viscerale (semmai ha regalato qualche cucciolo nato dagli accoppiamenti all’interno del rifugio).
Tramite questa sua iniziativa, Vincenzo ha fatto appassionare alla cinofilia tanti altri giovani linguaglossesi suoi coetanei, che quotidianamente si recano nell’“oasi canina” da lui realizzata per trascorrere alcuni minuti a “coccolare” i “i migliori amici dell’uomo” e prendere dimestichezza con essi.
Ronnie, Rex, Asia, Luna, Zanna, Billy, Lupetta, Pallina e Maya sono alcuni dei simpatici nomi che Vincenzo Fucile ha dato ai suoi cani attuali, da lui amorevolmente raccolti a Linguaglossa e dintorni, specie nei periodi estivi, quando tanti screanzati padroni usano crudelmente disfarsi delle povere bestie per potersene andare tranquillamente in vacanza. Accade così che, da soli o in branco, i randagi si aggirano smarriti per le nostre strade, sia urbane che extraurbane, finendo spesso con l’essere travolti ed uccisi dagli autoveicoli in transito; e gli automobilisti, a loro volta, vedono messa a repentaglio la loro incolumità in quanto, nel tentativo di schivarli, sono costretti ad effettuare improvvise manovre azzardate e pericolose.
E’, dunque, da elogiare e prendere a modello l’appassionato e spassionato impegno di questo giovanissimo e benemerito cittadino linguaglossese, il quale contribuisce a rendere senz’altro più civile ed evoluta la società in cui viviamo.
Rodolfo Amodeo
FOTO: Vincenzo Fucile nel canile-rifugio da lui realizzato a Linguaglossa in contrada Sorciaro, con alcuni suoi amici e con la volontaria animalista Paola Mazzola