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Francesco Vecchio ed Acireale vincono la mafia

Francesco Vecchio ed Acireale vincono la mafia

La titolazione avvenuta oggi, 11 maggio, di un piazzale e di una via cittadina a due vittime della mafia si sono automaticamente trasformate in un’importante e sentita “Festa della legalità”, per l’amministrazione acese guidata da Roberto Barbagallo e le associazioni e i movimenti promotrici dell’iniziativa.

Foto 2- Francesco VecchioLa doppia manifestazione è iniziata nell’area Com con la commemorazione delle due vittime di mafia, Francesco Vecchio (nella foto a sinistra) e Giorgio Ambrosoli, da parte del sindaco Barbagallo alla presenza dei familiari di Vecchio e di Francesca, figlia di Ambrosoli, dei responsabili delle forze dell’ordine, di don Pulvirenti per la Curia acese, dei rappresentanti politici regionali e nazionali, di una grande folla di acesi e di studenti.

«Ringrazio tutti i movimenti e le associazioni – ha sottolineato il sindaco nel suo intervento – che si sono spesi e prodigati per l’organizzazione e la realizzazione di questa giornata di legalità. La Città di Acireale con questa semplice manifestazione vuole riconoscere il giusto valore a due grandi uomini, uccisi perchè “colpevoli di onestà” e fissarne i loro nomi, in modo che nessuno di noi e soprattutto le future generazioni dimentichino il loro impegno per la comunità».

A questo punto Maria Pia Fontana, giovane sociologa acese, a nome dei movimenti e associazioni organizzatori della giornata ha letto e poi consegnata al primo cittadino una lettera, la “Lettera alla città” nella quale si sottolinea che “la vera legalità coincide con l’onestà,e che la vera legalità non ci incatena, ci libera!”.

Dopo il saluto e il grazie dei familiari di Vecchio e Ambrosoli alla città e agli organizzatori ha preso la parola Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Per don Ciotti l’attuale democrazia può battere le mafie a condizione che ci sia un impegno di responsabilità da parte di ogni italiano, che ci sia giustizia e solidarietà, e ha quindi invitato gli studenti a scolpire nel proprio cuore i due nomi di Francesco e Giorgio.

Per la cronaca aggiungiamo che il piazzale Com è stato così intitolato: “Largo Francesco Vecchio Imprenditore – vittima della mafia”. Per gli acesi della sua età Francesco Vecchio era uno di loro, il migliore. Nato a Lentini, classe 1938, diploma al Liceo Classico “Gorgia” della stessa città, dal 1963 viveva ad Acireale con la famiglia svolgendo il ruolo di direttore generale della ICM Leonardi, bella realtà economica e industriale acese e della Sicilia orientale. Nel 1980 lascia la ICM Leonardi per ricoprire a Catania l’incarico di direttore del personale dell’Acciaieria Megara. Il pomeriggio del 31 ottobre 1990, a Catania, uscendo dall’industria dove lavorava venne ucciso in un agguato mafioso assieme al giovane Alessandro Rovetta, a.d. della stessa azienda.

Dopo questa prima fase, con un corteo ufficiale al quale hanno partecipato anche centinaia di studenti sollecitati dall’assessore comunale acese alla P.I., Adele D’Anna, la manifestazione è proseguita nel quartiere San Cosmo di fronte al Centro direzionale comunale, con la cerimonia di una via intitolata “Via Giorgio Ambrosoli”, noto e stimato avvocato milanese ucciso la sera dell’11 luglio 1979, mentre rientrava a casa. L’avvocato Ambrosoli, al momento della sua uccisione, svolgeva il ruolo di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona.

Camillo De Martino

nella foto di copertina il palco con le famiglie delle vittime, don Ciotti e il sindaco Barbagallo

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