Enzo Bianco sta “liberando” tutto: dal lungomare al Castello Ursino. Una liberazione reale e simbolica al tempo stesso. Tra proteste e applausi, tra sorrisi e musi lunghi, com’è naturale che sia. I catanesi “pattini e biciclette” possono esibirsi nelle domenica di chiusura al transito dei veicoli sul confine di cemento, sempre più degradato, che separa la città dal mare.
E, adesso, quando Enzo Bianco invaderà Le Ciminiere per liberarle? Le Ciminiere sono dell’ex Provincia regionale di Catania. Furono aperte e valorizzate durante la presidenza di Nello Musumeci. Mostre, musei, eventi, congressi internazionali e nazionali, presepi e faraoni, fuochi d’artificio e scrosci d’applausi. Erano uno spazio vivo e vissuto “regalato”alla città. Si andava alle Ciminiere senza sapere neanche perché, o meglio il perché era che si era certi di trovare qualcosa.
Poi, il medioevo lombardiano, all’insegna della sagra nazionalpopolare-autonomistica e, poi, addirittura, il peggio: la preistoria con la gestione da clan tribale di Giuseppe Castiglione, giustificata dalla necessità di risparmiare. Scusa sempre buona per tenere lontano chi non è parente o clientes. Ma, ecco l’errore di fondo, che è comune ad una classe politica men che mediocre che in Sicilia riesce ad esaltare la prova mediocrità. Un museo, un contenitore culturale, una mostra non devono essere considerati “costi” o “fondi a perdere”, ma opportunità di risorse.
Circola voce, ormai da tempo, che lo smembramento delle ex Province, ridotte a non garantire neanche i servizi essenziali dopo due anni e mezzo di commissariamento voluto dallo governatore Rosario Crocetta, prevede la cessione del Centro fieristico-culturale delle Ciminiere al Comune di Catania. Ipotesi vera o falsa, condivisibile o meno, ma forse unica soluzione per restituire le Ciminiere alla città, per “liberarle” dall’oblio e dal disinteresse. Se dovesse essere Enzo Bianco ed i suoi incursori della cultura ad abbattere ringhiere e trincee di mattoni rossi, alla fine, può essere solo un bene.
Daniele Lo Porto
Foto di Vincenzo Musumeci
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