Aci Trezza: prossimo alla chiusura il cantiere navale di Giovanni Rodolico -
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Aci Trezza: prossimo alla chiusura il cantiere navale di Giovanni Rodolico

Aci Trezza: prossimo alla chiusura il cantiere navale di Giovanni Rodolico

Si stringe il cerchio attorno al cantiere navale di Aci Trezza gestito storicamente dalla famiglia Rodolico e, ormai, la chiusura della storica struttura sembra solo una questione temporale anche se il titolare è deciso alla “resistenza”.

Ecco cosa ci dichiara: “Sono Giovanni Rodolico proprietario del Cantiere Navale di Aci Trezza. Anni fa la Regione Siciliana ha rifatto gli scali d’alaggio; ne dovevano fare circa dodici in un anno e, invece, in più di tre anni ne hanno completati solo quattro. Infine il Genio civile Opere Marittimo, per gli scali, ha tolto l’appalto alla mia impresa. In tutti questi anni non ho potuto lavorare neanche un giorno e ho dovuto pagare tutte le spese per mantenere il cantiere. Di recente hanno completato gli scali d’alaggio e sono dovuto rimanere fermo fino alla fine dei lavori”.

“Il tetto del capannone – continuo Rodolico – dove ci sono i macchinari del cantiere, era di lamerino zingato, e me l’hanno fatto rivestire di legno. Inoltre le tettoie le ho dovute realizzare antisismiche e ho dovuto chiamare tre ingegneri: uno per fare il disegno, uno come direttore dei lavori e uno per il collaudo. Tutto ciò mi è costato diverse migliaia di euro. Dopo tutto questo, la Capitaneria del porto di Catania ha emesso un’ordinanza che mi vietava di varare imbarcazioni dal mio cantiere, e di qualunque stazza fossero”.

“Insomma – spiega Giovanni Rodolico – mi hanno obbligato a rifare i collaudi degli scali d’alaggio, fatti fare di recente dalla Regione: collaudo dell’invasatura, dei cavi d’acciaio e del verricello. Solo quest’ultimo collaudo mi è costato 8.000 euro e in tutto ciò sono rimasto fermo un altro anno e ho dovuto fare anche un costosissimo certificato geologico. Mi hanno imposto di comprare un depuratore, costato 10.000 euro, ed ora non lo posso usare. Ho dovuto fare contratti per lo smaltimento dei rifiuti e, di recente, ho dovuto rifare il tetto del capannone perché con il rivestimento in legno il lamerino zingato non prende aria e si era bucato tutto”.

“Di recente – conclude il titolare del cantiere navale di Aci Trezza – il Comune di Aci Castello ha allargato il marciapiede del lungomare: verbalmente mi avevano assicurato che avrebbero pensato a tutto loro e, invece, per ripristinare il cantiere ci sono voluti 25.000 euro, e durante i lavori nel tratto di lungomare dove c’è il capannone sono dovuto rimanere fermo”.

A questo punto alcune domande sorgono spontanee: considerato che il cantiere navale trezzoto dev’essere chiuso, perchè al signor Rodolico sono state imposti degli interventi alla sua struttura? Perchè gli sono stati imposti vari costosissimi collaudi?

Orazio Vasta

Le foto sono di Rossella Sturiale

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