Giarre, sul Pronto Soccorso sempre alta la tensione -
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Giarre, sul Pronto Soccorso sempre alta la tensione

Giarre, sul Pronto Soccorso sempre alta la tensione

È trascorso un giorno dalle rassicurazioni che il sindaco di Giarre Roberto Bonaccorsi, in materia di ripristino dei servizi offerti dal posticcio pronto soccorso prima del 27 aprile, ha dispensato alla folla di manifestanti presente alla stazione di Giarre. Tuttavia, la rete della associazioni non esita a battere i pugni poiché i contenuti emersi dal confronto all’Asp di Catania prevedono solo un’accelerazione nell’applicazione di quanto già previsto dalla delibera ma in realtà nella delibera non era previsto addirittura alcun Pte ma un Ppi tra l’altro presente già da alcuni anni.

Nella sua dissertazione snocciolata in occasione dell’incontro, l’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino era in realtà rimasta ferma nelle sue posizioni chiarendo l’impossibilità di garantire un servizio che andasse oltre quanto già stabilito. Pertanto il vertice all’Asp di Catania si è sostanziato concretamente in una integrazione ad un atto deliberativo scellerato. È proprio su questo aspetto che infuria la polemica della rete delle associazioni, la quale ha tenuto un incontro, ieri sera, nella sede dell’“Agorà”. E mentre a Giarre serpeggia ancora inquietudine per quanto vissuto nei  giorni precedenti per via di un regime di pseudo-Pte o Pte rinforzato la cui denominazione è in realtà quella di Pet (punto d’emergenza territoriale), la rete delle associazioni fa il punto della situazione individuando un’occulta volontà politica tesa a trasformare il pronto soccorso di accettazione di Acireale in “Dea” di I livello. Ciò ovviamente avverrebbe attraverso la morte del nosocomio giarrese, avviata con la chiusura del pronto soccorso. I reparti infatti, non hanno motivo di esistere quando il pronto soccorso è dismesso.

Non a caso si era intravisto il rischio della chiusura dei reparti. Ciò cozza però molto chiaramente con quanto previsto dalla legge Balduzzi, la quale sancisce che un territorio che conta 80.000 abitanti, un porto turistico e 15 km di costa non può non fruire di un ospedale con i reparti. Reparti che ovviamente non possono sussistere senza un pronto soccorso. Ciò che ha specificato la rete delle associazioni è che il presidio ospedaliero che necessiterebbe di un potenziamento del pronto soccorso (che poi ad oggi formalmente non esiste e che nella sostanza senza la chirurgia dal 2009 era a dir poco monco) sarebbe proprio quello di Giarre, poiché per i requisiti del territorio in cui è ubicato, il nosocomio giarrese avrebbe diritto a godere di un pronto soccorso di qualità come il Dea di primo livello. Invece, si palesa la volontà di favorire l’ospedale di Acireale sebbene disti pochi km dal Cannizzaro (struttura che vanta un Dea di secondo livello).

Chiusa questa parentesi ecco come intende muoversi la rete della associazioni per scongiurare la trasformare dell’ospedale di Giarre in un ospedale di comunità che è di competenza del Ppi: azione legale in ordine alla normativa vigente che si ricollega ad un decreto Balduzzi il quale detta i parametri per l’organizzazione sanitaria, class action della collettività, caratterizzata da azione di cittadini che fanno azione congiunta a seguito di violazione di norme, azione di sensibilizzazione dei cittadini attraverso assemblee pubbliche. Inoltre, la rete delle associazioni si è prefissata l’obiettivo di lanciare un progetto da condividere con istituzioni e cittadini una volta delineati i presupposti attraverso il confronto con una figura istituzionale. Intanto, a proposito del 118 a Riposto, emerge che, per via di un sub-appalto, sarà un’associazione privata, in convenzione, a fornire sia l’ambulanza che il personale medico.

Umberto Trovato

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