È stato depositato ieri l’esposto-denuncia alla Procura di Catania, sottoscritto dal sindaco Roberto Bonaccorsi, dal Consiglio comunale e dalla Commissione consiliare permanente d’indagine dell’ospedale, contro i vertici dell’Asp 3 di Catania, dopo i sospetti decessi verificatisi, tra aprile e maggio, nel presidio ospedaliero ospedaliero di via Forlanini, in coincidenza con la chiusura del pronto soccorso, avvenuta il 27 aprile scorso.
In quella data ha avuto inizio il processo di rifunzionalizzazione del nosocomio, stabilito con la delibera n. 664 del 20 aprile scorso dell’Asp 3, avente ad oggetto “avvio procedure di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’ospedale Sant’Isidoro”; una delibera con la quale, l’azienda sanitaria ha dato seguito al mandato ricevuto dall’Assessorato regionale circa l’attuazione, in virtù della propria autonomia gestionale e organizzativa, della controproposta frutto dell’accordo conseguito tra l’Asp stessa e l’Assemblea dei Sindaci. E con l’applicazione della delibera, è stata decretata la chiusura del pronto soccorso e il trasferimento delle apparecchiature mediche all’ospedale di Acireale.
La suddetta proposta formulata dall’Assemblea dei Sindaci – si legge nell’esposto – è stata sottoposta alla Direzione Generale dell’Asp 3 di Catania, che si è fatta carico di elaborarne il piano operativo necessario. L’Assessorato Regionale alla Salute ha trasmesso in data 10 aprile 2015 proprio riscontro positivo alla controproposta, demandando all’autonomia gestionale ed organizzativa dell’Asp 3 CT la realizzazione della stessa.
Orbene, la delibera n. 664 – con la quale l’Asp, in data 27 aprile 2015, ha tempestivamente provveduto alla chiusura del Pronto Soccorso del P.O. di Giarre – ha, però, disatteso in toto la controproposta dell’assemblea dei sindaci del Distretto socio sanitario n. 17, per quanto concerne la risposta alle emergenze-urgenze e, quindi, è risultata essere totalmente inadeguata a rispondere anche alle più basilari esigenze sanitarie dell’intero territorio, così come cristallizzato, nella peggiore e più aberrante delle conseguenze, con il verificarsi, ad appena un mese dalla soppressione del P.S., di un decesso ogni 15 giorni, presumibilmente riconducibile all’assenza di adeguata copertura delle emergenze.
In data 6 maggio 2015, la Commissione di indagine, monitoraggio e studio dello stato dell’arte dell’Ospedale di Giarre e del Distretto Sanitario di Giarre – si legge nell’esposto – alla presenza del sindaco Roberto Bonaccorsi, presidente dell’Assemblea dei sindaci del Distretto socio-sanitario n. 17, ha convocato in audizione il Direttore sanitario Provinciale di Catania, dott. Francesco Luca, il quale ha riferito di condividere le istanze e le sollecitazioni riferitegli dalle istituzioni cittadine, in ordine alla necessità di dar seguito tempestivamente (48 ore) all’attuazione della delibera così come concordata con l’Assemblea dei sindaci ed approvata dall’Assessorato Regionale alla Salute, per garantire, in particolare, una adeguata risposta alle emergenze-urgenze sul territorio de quo.
In assenza, tuttavia, della garantita concreta risoluzione delle gravissime problematiche denunciate, i sottoscritti hanno provveduto ad inoltrare all’Asp 3 CT una diffida ad adempiere, in ordine all’erogazione di un servizio primario, interrotta per un inadempimento addebitabile unicamente ad esclusiva colpa dell’azienda diffidata. Decorso il termine fissato per l’adempimento, a nessuna risoluzione si è ancora provveduto
La chiusura del Pronto Soccorso di Giarre, collocato in una località strategica e, quindi, facilmente raggiungibile e perfettamente rispondente a quegli oggettivi criteri ispiratori del piano di riordino regionale poi disattesi, ha, prima di tutto, messo a rischio la vita di tutte quelle persone che possono essere salvate solo riuscendo a raggiungere in pochi minuti un pronto soccorso efficiente ed adeguatamente attrezzato.
Orbene – conclude l’esposto-denunce – alla stregua dei fatti illustrati, emerge una colpevole inerzia di chi, dopo averlo ufficialmente promesso il 6 maggio scorso, prevendendo il termine di 48 ore come congruo per il ripristino di una condizione di agibilità, ha omesso di adempiere, pur a fronte della nostra successiva diffida. Si chiede quindi che, esperite le opportune indagini, venga esercitata l’azione penale nei confronti di chi si è reso responsabile della denunciata omissione, chiedendo di essere informati – ai sensi dell’art. 408 c.p.p. – di eventuali richieste di archiviazione.