Dalle prime ore del mattino sono in corso di esecuzione una serie di perquisizioni anche in alcune strutture e cooperative del catanese. Controllo presso la sede romana della cooperativa La Cascina che gestisce in ATI con altri soggetti i servizi interni al CARA di Mineo nell’ambito dell’appalto da cento milioni, che è stato giudicato per due volte illegittimo dall’Autorità Anticorruzione.
I carabinieri del Ros sono impegnati in svariati controlli, compresa una perquisizione nella sede del Consorzio “Sol Calatino – Società Cooperativa Sociale”, inserito nell’A.T.I. che si occupa delle gestione dei servizi all’interno del C.A.R.A. di Mineo, nonché presso alcuni uffici della Provincia Regionale di Catania. Le attività in corso di svolgimento sono da ricondursi all’inchiesta sugli appalti per l’affidamento dei servizi al Cara di Mineo.
“L’attività di indagine – afferma la Procura etnea – è finalizzata a verificare se gli appalti per la gestione del Cara siano stati strutturati dal soggetto attuatore al fine di favorire l’Ati condotta dalla cooperativa catanese Sisifo, così come emerso anche nelle indagini della Procura di Roma, con la quale è costante il coordinamento delle indagini”.
Le perquisizioni domiciliari ed informatiche oltre ad avvisi di garanzia hanno interessato Paolo Ragusa, alla guida del Sol Calatino che fa parte dell’associazione temporanea d’imprese che gestisce il Cara di Mineo; Giovanni Ferrera direttore generale del centro ed il sindaco di Mineo Anna Aloisi. Nel mirino anche l’ex presidente della provincia di Catania Giuseppe Castiglione oggi sottosegretario all’Agricoltura del governo di Matteo Renzi e uomo di fiducia di Angelino Alfano. Per lui arriva l’informazione di garanzia, Castiglione da presidente della provincia era infatti soggetto attuatore dell’emergenza migranti e nel 2012 ha affidato l’appalto, con capofila il consorzio Sisifo che a Catania, dell’ATI che comprendeva anche La Cascina.
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