All’Expo internazionale in corso a Milano, la Sicilia non “abita” solo nel discusso Cluster Biomediterraneo, ma anche in qualche altra prestigiosa (e forse meglio organizzata…) location espositiva, come la mostra “Il Tesoro d’Italia”, personalmente curata dal celebre critico d’arte Vittorio Sgarbi. E’ lì che la notte dello scorso 20 maggio lo scultore originario del Comune etneo di Mascali, Carmine Susinni, ha installato, dietro invito dello stesso Sgarbi, la sua plasticissima ed estremamente espressiva raffigurazione in bronzo del compianto cantautore Lucio Dalla, dando vita ad un angolo che è risultato uno dei più fotografati e “selfati” della megakermesse lombarda e sul quale hanno scritto autorevoli testate giornalistiche nazionali, tra cui il “Corriere della Sera”.
L’opera in questione invoglia, infatti, il visitatore a sedersi sulla panchina dove Susinni ha collocato l’indimenticabile autore ed interprete di “4 Marzo 1943”, “Futura”, “Caruso” ed altri immortali capolavori della canzone italiana, ritratto nell’atto di intrattenersi cordialmente con la gente comune, così come era sempre solito fare nonostante la sua grandezza d’artista. Quanto mai appropriata, dunque, l’intitolazione che, parafrasando l’“incipit” del popolarissimo brano “L’anno che verrà” (“Caro amico ti scrivo…”), il maestro Susinni ha dato a questa sua significativa scultura, denominandola “All’amico Lucio”.
L’opera s’inserisce nel ciclo “Arte Interattiva in Cornice Virtuale”, ossia il nuovo linguaggio creato una decina d’anni fa dall’artista mascalese e che conferisce alla scultura uno spiccato realismo ed una straordinaria capacità comunicativa, non solo nelle forme, ma anche nell’espressione del volto, nella postura del corpo ed in ogni altro singolo dettaglio. Per il visitatore, in questo caso dell’Expo, scatta quindi spontaneo l’istinto di posare in foto accanto al soggetto ritratto, quasi interagendo con esso e divenendo a sua volta “parte integrante” dell’opera. Il progetto esecutivo e realizzativo della panca ed il progetto ideativo, esecutivo e realizzativo della cornice, sono sempre di matrice siciliana, di due professionisti di Giarre, l’architetto Koncita Santo e Lorenzo Lombardo titolari della ditta “LKreazioni L’offcinadelleidee”.
Carmine Susinni, peraltro, Lucio Dalla lo conosceva bene, sia perché l’artista bolognese era solito trascorrere le estati in Sicilia nella sua villa-masseria di Milo (che dista da Mascali pochissimi chilometri) e sia perché alla passione per le sette note affiancava quella per le arti figurative (nella sua sontuosa abitazione di Bologna ha allestito una ricchissima galleria-pinacoteca contenente il meglio della creatività contemporanea); e mosso dalla sua inesauribile curiosità intellettuale e dalla sua voglia di socializzare, gli piaceva incontrare personalmente, anche durante i suoi soggiorni siciliani, i pittori e gli scultori espressi dai territori da lui visitati.
Quella portata all’Expo, comunque, non è l’unica opera che il maestro Susinni ha dedicato al grande cantautore. Proprio il Comune di Milo, infatti, qualche anno fa ebbe a commissionargli la realizzazione del monolito in pietra lavica che fa da emblema all’anfiteatro che il paesino etneo si è sentito in dovere di intitolare all’illustre “villeggiante”. L’opera di Susinni, riproducente Dalla di profilo intento a suonare l’inseparabile sax, venne allora inaugurata alla presenza di eminenti personalità della musica italiana e dello spettacolo, quali Franco Battiato, Enrico Ruggeri e Red Ronnie.
Così, dopo aver maturato importanti esperienze e collezionato esaltanti gratificazioni professionali in quel di Milano, dove andò a vivere sin da giovanissimo, ormai da alcuni anni Carmine Susinni ha fatto ritorno nella sua Mascali, che gli diede i natali nel 1955.
Il suo maestro fu un’altra eminente personalità artistica di rango internazionale originaria anch’essa di un vicino Comune etneo, ossia lo scultore linguaglossese Francesco Messina (autore, tra l’altro, del celebre “Cavallo morente” della Rai), del quale Susinni è stato collaboratore per tanti anni.
Tra le altri grandi “firme” con le quali è entrato personalmente in contatto durante il periodo milanese figurano Michele Cascella, Luciano Minguzzi, Aligi Sassu, Arnaldo Pomodoro, Hans Jorg Limbah, Wolfean Alexander Kossuth, Michel Saint Olive, Peggy Guggenheim ed i siciliani Renato Guttuso, Salvatore Fiume e Giuseppe Migneco.
Negli anni giovanili, dopo aver conseguito il diploma professionale specializzandosi in ceramica d’arte, Carmine Susinni si iscrive al corso di scultura presso l’esclusiva Accademia di Brera. Ma incuriosito dalle varie forme di espressività, alla fine degli Anni Settanta frequenta la scuola internazionale di grafica d’arte di Venezia (dove apprende anche le tecniche del mosaico) per poi addentrarsi negli ambiti dell’architettura innovativa e dell’arredo urbano.
Il poliedrico scultore, pittore e designer siciliano diviene, quindi, un punto di riferimento per i salotti ed i ritrovi artistico-culturali milanesi, come il “Jamaica” in via Brera ed il “Bagutta” nell’omonima via, nonché ospite ambito di stage e seminari di livello internazionale.
Negli Anni Ottanta fonda insieme ad altri colleghi il “Gruppo Brera”, che denuncia la decadenza dei valori dell’arte ed il crescente allontanamento della gente dall’arte per colpa di speculatori (mercanti, galleristi, critici, editori, ecc.) i quali lucrano su artisti improvvisati.
Ed a tutt’oggi, dalla sua Sicilia, Carmine Susinni continua a perseguire questo suo ideale di nobilitazione dell’arte battendosi, ad esempio, per l’organizzazione di una “Unione Europea degli Artisti di Qualità” (UEAQ) che possa portare all’istituzione di un albo ufficiale degli artisti, così come voluto dalla Commissione Cultura del Parlamento Europeo e dall’Unesco.
Rodolfo Amodeo