Nella puntata precedente (leggi A Cannes il cinema italiano severamente bastonato) vi ho raccontato del sorprendente epilogo dei 3 film italiani in concorso severamente bastonati, ora il mio invito è rivolto a seguirmi in una perlustrazione più gradevole, quella relativa alla sezione di film, sempre in concorso, che trattano l’argomento amore e sesso, che in fondo sono gli argomenti che più attraggano ed intrigano gli spettatori.
Sono tre i film di questa sezione che hanno colpito la mia attenzione, i cui titoli sono: Love, Much Loved, e Valley of Love.
Il primo è un film firmato da Gaspar Noè che è stato definito: sensual, sensoriel, acharné (pieno di ossessione). Erroneamente qualcuno si è sbilanciato a definirlo un film “pornographique” ma in realtà non lo è. Il film tratta di sentimenti amorosi: tocca il dito della passione, navigando dentro i sentimenti. I critici francesi scrivono che bisogna essere “trés aveuble (ciechi) e trés con (coglioni) pour trouver Love pornographique”. Da vedere.
Gaspar Noè, in passato ha firmato: Irréversible, Seul contre tous, Enter The Void.
L’altro film “Much Loved” è un film del regista franco-marocchino Nabil Ayouch che mi ha colpito non solo perché tratta della prostituzione in Marocco ma anche e soprattutto perché il film ha avuto una ricaduta sociale negativa per i protagonisti, veramente sorprendente e speciale, e questo non può non interessare il sociologo. Spiegherò. Il film è stato non solo censurato in Marocco ma addirittura sia il regista che gli attori vivono tra minacce ed aggressioni. Il governo marocchino sostiene che il film offende la morale della donna e l’autore vive scortato e con due agenti che piantonano l’entrata del suo ufficio. Roba da Medioevo. La storia racconta di quattro prostitute di Marrakech alle prese con poliziotti corrotti, turisti francesi, clienti pedofili e sauditi dediti alle orge. Da vedere.
Il terzo film che ho scelto di presentarvi è “Valley of Love”. Porta la firma del regista Guillaume Nicloux, con due protagonisti di prim’ordine: Gérard Depardieu ed Isabelle Huppert, due mostri sacri del cinema francese. Racconta di una storia familiare accattivante anche se Depardieu ha dichiarato alla stampa sparando sul cinema attuale, in generale, da lui definito: ”ce n’etait pas une époque médiocre comme aujourd’hui”. Rispettabile giudizio ma Gérard ci ha abituato a tante stramberie. Da vedere.
Come vedete una vacanza francese divertente e culturalmente intrigante e con la buona notizia (stop aux incivilités) per Cannes: jeter un mégot (la cicca) sur la voie pubblique est sanctionné par una contravention de 180 Euro. Rispetto a Cannes il nostro circondario è più avanti: siamo ancora a lottare per le autovetture sui marciapiedi e con comandanti poco propensi ad indossare la divisa e farsi vedere in giro a dare giuste direttive. Grazie Cannes, bastano altri 100 anni?