Holiday, tra gli arrestati un giarrese VIDEO -
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Holiday, tra gli arrestati un giarrese VIDEO

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IL VIDEO DEGLI ARRESTI

C’è anche un giarrese tra gli arrestati dell’operazione Holiday che ha stroncato un traffico di cocaina di dimensioni internazionali smantellato dagli agenti della Guardia di Finanza. Le manette sono scattate ai polsi del 55enne Vincenzo Torrisi. L’uomo figura tra gli arrestati  della vastissima operazione che ha collegato la Colombia all’Italia. Nella foto esclusiva, sopra, il blitz scattato a Giarre, in pieno centro storico.

L’operazione prende il nome dal termine in codice (“vacanza”) utilizzato dal messinese G. A. (alias “Ginger”), elemento di spicco del gruppo criminale, quando doveva recarsi in Sud America per organizzare le spedizioni di cocaina. I “viaggi di piacere” in Colombia, a Santo Domingo o a Panama avevano, infatti, quale unico scopo quello di curare l’illecito traffico.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto, dottor Sebastiano Ardita, e dal Sostituto, dottor Fabrizio Monaco, hanno permesso d’individuare G.A., vero e proprio intermediario, che, nell’ambito del clan, teneva i rapporti con i cartelli colombiani, pagava i carichi con il denaro che – per il tramite di Money Transfer, carte anonime prepagate e soggetti compiacenti – gli perveniva dall’Italia, e curava – infine – il trasporto dello stupefacente, materialmente affidato a “corrieri”.

In Italia, la droga veniva consegnata a B.G. (alias “Pippo”), noto trafficante messinese attualmente operante a Milano. Questi, grazie ad una fitta rete di contatti, provvedeva allo smistamento della cocaina verso tre gruppi criminali dislocati: nel nord Italia, in particolare a Bergamo, Milano, Lodi e Aosta; nell’area centrale, tra la capitale e Lido di Ostia, dove Pippo è ancora oggi conosciuto per i suoi stretti rapporti con il boss Carmine Fasciani; e in Sicilia, dove tra i contatti più importanti di B.G. c’è un nipote di Benedetto Santapaola. I diversi gruppi provvedevano, quindi, a fornire la cocaina ai pusher che avevano il compito di curarne la cessione ai consumatori.

Nel corso dell’inchiesta le Fiamme Gialle hanno “seguito in diretta” l’arresto – operato, presso l’aeroporto di Bogotà, dalle Autorità Colombiane – di due corrieri dell’organizzazione che stavano avviandosi a rientrare in Italia trasportando circa 6 kg di cloridrato di cocaina. La droga sequestrata, una volta arrivata a destinazione e tagliata dal gruppo criminale indagato, avrebbe potuto fruttare oltre mezzo milione di euro. Durante le indagini è – peraltro – emerso che B.G. utilizzava parte dei proventi della lucrosa attività per concedere prestiti senza alcuna autorizzazione.

Contestualmente all’esecuzione delle ordinanze, si sta procedendo al sequestro di beni riconducibili agli indagati per un valore di oltre 250 mila euro ed a numerose perquisizioni, durante una delle quali è stato arrestato in flagranza di reato L.G., 35enne messinese.

Tra le persone fermate figura Oronzo Tornese, 70enne, Vittorio Ghezzi, 45enne, Leonardo Di Lella, 57enne, Salvatore Senia, 53enne, Vincenzo Torrisi (di Giarre, 55 anni) ed i messinesi Giuseppe Bellinghieri, 75enne, Angelo Gangemi, 50enne, e Natale Aiello, 55enne. Solo Gangemi lavorava sul territorio, ponendosi come intermediario coi narcotrafficanti. E se il giarrese Torrisi era verosimilmente il referente dei Santapaola, Bellinghieri guidava l’organizzazione dal capoluogo lombardo, pilotando i movimenti di coca lungo lo Stivale. Insomma, la droga arrivava dalla Colombia ma il disegno criminale che coinvolgeva i corrieri sudamericani era made in Italy.

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