Una festa “magica”, con Trezza che si veste di rosso, il colore del Battista (nella foto di copertina, all’interno della chiesa, ieri pomeriggio). Una festa popolare e religiosa dove San Giovanni Battista “diventa” tutt’uno con i suoi devoti, che non sono solo locali, ma che giungono da tutto l’hinterland etneo e non solo.
“Ancora una volta – dice il parroco – abbiamo e stiamo vivendo intensamente questi giorni di festa. Così come fece Giovanni, che scelse di stare con i peccatori per invitarli alla conversione, preparando la strada al Figlio di Dio per liberare l’umanità dal peccato, anche noi desideriamo vivere una nuova umanità, liberandoci dall’individualismo sfrenato, camminando nell’amore e nella verità. Preghiamo il nostro patrono affinchè ci aiuti a vivere una vita rinnovata e profondamente umana“.
Una festa popolare che si è svolta, quest’anno, senza la presenza, sul lungomare, delle tradizionali bancarelle “da calia e da simenza”, a causa, stando a quello che dichiarono gli ambulanti, della richiesta “impossibile”, avanzata da parte del Comune di Aci Castello: “Pi du metri di posto – ci dice “u caliaturi” catanese Alfio Marchese –, per due giorni, mi hanno chiesto 100 euro per il suolo pubblico e 300 euro di cauzione. Non potti esseri, ma San Giovannuzzu, ca sapi tuttu, è nei nostri cuori”. E l’assenza dalla festa di questa tipologia di bancarelle sembra destinata ad essere discussione in aula consilare…
Orazio Vasta