La festa rock di Vasco Rossi a Messina -
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La festa rock di Vasco Rossi a Messina

La festa rock di Vasco Rossi a Messina

facebook_1436468313996L’atmosfera che si respira nel giorno del concerto di Vasco Rossi è, indiscutibilmente, unica. Chi vive questi momenti, può accorgersi senza esitazioni dell’aria di festa mista alle aspettative dell’attesa. Messina ha risposto a gran voce all’appello del “Komandante”, unica figura del rock italiano capace di superarsi e superare le generazioni. Un sold out annunciato, una voglia di musica incondizionata, un abbraccio collettivo sognato, aspettato e, finalmente, realizzato. Da tanti anni il pubblico siciliano, dopo la triste parentesi legata alle vicende del 2011 (concerto annullato per mancata agibilità dello stadio messinese), attendeva con ansia il ritorno in Sicilia, dal vivo, del rocker di Zocca.

Già dal primo pomeriggio, la cornice parla da sola: colori, canti, cori, abbracci. La struttura maestosa del palco fa da padrona agli occhi dei fans, in pieno delirio sensoriale, protagonisti di un evento unico.

Alle 21:30, con grande puntualità, ha inizio il concerto: le urla di gioia dello stadio intero accompagnano le note iniziali del brano “Sono innocente, ma…” e continuano, ancor di più, nel trittico di brani rock come “Duro Incontro”, “Deviazioni” e “L’Uomo più semplice”.  La ballata “Dannate nuvole” placa gli animi trasmettendo sensazioni di riflessione ed emozione, così come la indimenticabile e toccante “Quanti anni hai”, amatissima dai fans.

Il concerto procede, senza soste, come un viaggio dal passato al presente, uno scacchiere perfettamente pensato e confezionato per rendere partecipe il pubblico nella sua interezza, per garantire un mix tra “potenza” e “sogno” in perfetto stile Vasco. Il medley acustico sconvolge per l’intensità e per l’impeto emozionale che produce, per il coro all’unisono e per i colori del fuoco degli accendini e dei led degli smartphone; per le luci che dal palco illuminano la platea del prato e delle tribune. E il Blasco procede nel suo viaggio, ininterrottamente, con le note di “Stupendo”, brano che ha una presa entusiasmante così come la dura e rivoluzionaria “C’è chi dice no”.

“Rewind” trasforma lo stadio in una immensa discoteca, mentre “Vivere”, “Come Vorrei” e, soprattutto, “Gli Angeli” hanno la forza di riportare al centro di questo grande percorso le atmosfere sognanti ed emozionanti. Un tripudio infernale di chitarre elettriche e di batteria segna il breve ma intenso medley rock (“Delusa”, “Mi piaci perché”, “T’immagini”, “Gioca con me”), mentre le chitarre acustiche e le tastiere diventano protagoniste di un brano immortale, “Sally”. Con i testi provocatori  di “Siamo solo noi” e “Vita spericolata” il concerto sia avvia alla fine… non senza sorprese.

Vasco, dopo aver intonato “Canzone”, inaspettatamente vocalizza, a cappella, brani della tradizione siciliana come “Vitti ‘na crozza” e “Malarazza”, mandando in visibilio il festoso pubblico siciliano. La conclusione spetta alla sempiterna “Albachiara”, cantata a squarciagola dagli oltre 40 mila dello stadio San Filippo, tra giochi di luce e coriandoli. Una vera e propria festa del rock, una vera e propria festa della musica.

Vasco è in forma, è tornata in lui la voglia di suonare e di far divertire il suo pubblico, dopo aver superato la triste parentesi legata ai guai fisici di qualche anno fa. 63 anni, una grande forza ed una grande passione per la grande cornice siciliana: i fans tornano alle macchine e agli autobus stanchi ma estremamente felici, consapevoli di aver vissuto in prima persona un evento unico e, probabilmente, irripetibile. Perché (probabilmente) irripetibile? Semplice. In Sicilia è sempre più difficile poter organizzare grandi eventi musicali e culturali, in mancanza di strutture adeguate e collaudate. Bisognerebbe fare uno sforzo per dare la possibilità al pubblico siciliano di poter vivere frequentemente manifestazioni di questa portata e importanza, perché quest’isola ha dimostrato, ancora una volta, di avere tanta fame di musica e cultura.

Alfredo Spitaleri

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