Pronto Soccorso al tracollo: ogni giorno una odissea -
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Pronto Soccorso al tracollo: ogni giorno una odissea

Pronto Soccorso al tracollo: ogni giorno una odissea

divano PSPronto Soccorso di Acireale oltre il tracollo; anch’esso caratterizzato da situazioni al limite della civiltà dove sedie a rotelle, spesso assenti, danno adito a polemiche, dove brandine scassate sono nella norma e dove si rischia di rimanere in astanteria per giorni. Ma da qui a ritrovare un divanetto, nella sala d’attesa a disposizione degli utenti, macchiato di sangue è inammissibile.

L’odissea che vi raccontiamo è stata vissuta, nei giorni scorsi, da una coppia di anziani ma non riguarda solo la struttura sanitaria acese: il marito accusa un forte dolore al torace. Si rivolge al Pronto Soccorso del San Vincenzo di Taormina dove gli viene assegnato un codice verde. A questo punto la coppia decide di recarsi a Giarre, dove saranno inglobati tra PTE e PTA.

L’uomo che come detto accusa forti dolori al petto, giunto al PTE di Giarre, è stato visitato da una dottoressa che, vista l’assenza di mezzi in dotazione nell’ex Pronto Soccorso di Giarre e la scomparsa di ogni apparecchiatura necessaria (d’altronde è un PTE non un Pronto Soccorso) verificati i parametri vitali e fatto un ECG, non ha potuto fare altro che raccomandare all’uomo di recarsi al Pronto Soccorso più vicino per l’espletamento del protocollo sanitario previsto per il dolore toracico al quale, di norma, viene assegnato un codice giallo.

Insomma l’utente, come già noto, dalla struttura territoriale PTE dovrà recarsi in quella ospedaliera del Pronto Soccorso più vicino, in questo caso Acireale (proveniva da Taormina dove gli era stato assegnato un codice verde) per fare l’accettazione. Al PS di Acireale eseguiranno prima una radiografia toracica, poi il controllo della curva enzimatica (che si effettua ogni 4 ore circa) e quindi il paziente e i familiari hanno dovuto trascorrere tutta la notte lì.

Attesa massacrante – come denuncia la figlia della coppia – aggravata dal non potersi stendere da nessuna parte perché il divanetto a disposizione degli avventori era sporco di sangue (foto a sinistra) ed evidentemente non era tra le priorità di alcuno né coprirlo, né ripulirlo o cambiarlo evidentemente.  La signora commenta “Uno si reca al Pronto soccorso più “vicino” (che vicino non è visto che avevamo il nostro funzionante) per scongiurare un infarto… e viene bellamente esposto con “nonchalance” a rischi biologici di tutti i tipi!”.

Chiaramente nella stanza non erano soli, ma in compagnia di una anziana ottantenne con broncopolmonite, probabilmente virale: diteci voi se queste sono condizioni umane e dignitose per i malcapitati pazienti.

Concetto Barone

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