Conseguenze dissesto, Articolo 4 e Giannunzio Musumeci: il sindaco crea allarmismo sociale

Appena pochi giorni addietro il sindaco Roberto Bonaccorsi, paventando i possibili scenari in caso di dissesto, aveva manifestato la propria preoccupazione soprattutto per i lavoratori comunali con contratti a tempo determinato. Le eventuali ripercussioni, secondo il sindaco, potrebbero andare dalla mobilità per il personale comunale in esubero, alla consistente riduzione dell’impegno lavorativo.

Non si sono fatte attendere le reazioni politiche dell’opposizione che hanno tacciato come strumentali, allarmistiche le considerazioni espresse dal primo cittadino giarrese.

Secondo il capo gruppo di Articolo 4 Raffaele Musumeci  “quello del sindaco è solo l’ultimo squallido tentativo di strumentalizzare, a fini esclusivamente utilitaristici, le posizioni giuridiche dei dipendenti comunali con particolare riferimento ai contrattisti.  Secondo Raffaele Musumeci  stante il numero degli abitanti, spetterebbero al Comune di Giarre 208 dipendenti; quelli attualmente di ruolo, in servizio, sono 219, a questi occorre, però, detrarre il numero dei dipendenti pensionati nel 2015: è di tutta evidenza che il limite verrà abbondantemente rispettato.

Circa le prospettive di stabilizzazione dei “precari” che il sindaco teme in pregiudizio, stante l’inesistenza di una normativa discriminante – osserva Musumeci –  sono oggi perfettamente uguali a quelle riferibili a qualsiasi altro Comune non in condizione di dissesto”.

La dichiarazione di dissesto, in presenza dei presupposti di legge, rappresenta una determinazione vincolata ed ineludibile di strumento giuridico di risanamento finanziario (e non è come vuole speciosamente fare intendere il sindaco Bonaccorsi volontà dell’opposizione); oltre a bloccare le azioni esecutive in corso nei confronti dell’Ente nonché il maturarsi dei giornalieri gravosi interessi sulle passività dell’Ente, produce l’ulteriore vantaggio di sgravare per il futuro l’Ente dal sostenere l’onere percentuale a suo carico per gli emolumenti spettanti a tale categoria di personale”.
Dal canto suo il consigliere Giovanni Gulisano  “in un clima di crisi economica generale e con il Comune di Giarre sull’orlo del tracollo, la buona politica dovrebbe occuparsi di istaurare rapporti e confronti politici propositivi quelli che sono stati l’intendimento del Gruppo Consiliare di Articolo 4.  Si invita, pertanto, il sindaco Bonaccorsi ad abbandonare una linea di condotta politica/personale atta a fomentare conflitti politici e personali che non servono ai cittadini Giarresi”.

Duro il commento anche del consigliere Giannunzio Musumeci (Per un’altra Giarre): “Personalmente non ho mai tifato per il dissesto, lo considero come l’ultima ipotesi per risanare il bilancio: o ci sono lo condizioni o allora è sempre meglio evitarlo; a Giarre sembra diventato inevitabile.   Occorre subito precisare che non è vero che in caso di dissesto i precari non verrebbero stabilizzati. La stabilizzazione dei precari è infatti bloccata dalla legge nazionale fino al 2017, per cui fino a quella data non cambierà nulla a prescindere dalla situazione finanziaria in cui versa l’Ente”.

Secondo Giannunzio Musumeci ” chi vuole andare avanti con un piano di riequilibrio “squilibrato” invece non vuole la stabilizzazione del personale precario,perché se il dissesto venisse dichiarato oggi, nel 2017 potremmo avere un bilancio stabilmente equilibrato  tale da consentirci una reale stabilizzazione del personale precario. Inoltre non c’è motivo di allarmare personale di ruolo in quanto non si paventa ,in caso di dissesto,al cuna messa in mobilità. E ad ogni buon fine si ricorda che la regione Sicilia contribuisce al 100% alla spesa del personale a tempo determinato nei comuni con dissesto dichiarato,ai sensi della legge 12 del 2015.