Operazione “Dietro le quinte”: imprenditore di Aci Bonaccorsi agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta -
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Operazione “Dietro le quinte”: imprenditore di Aci Bonaccorsi agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta

Operazione “Dietro le quinte”: imprenditore di Aci Bonaccorsi agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta


I finanzieri del Comando Provinciale di Catania, a conclusione di indagini coordinate dal Gruppo per i reati contro la criminalità economica della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale etneo, ponendo agli arresti domiciliari Francesco Emilio Cancaro, imprenditore cinquantaduenne residente ad Aci Bonaccorsi, e sequestrato un complesso aziendale del valore stimato di circa un milione di euro.

Le indagini delle Fiamme Gialle di Acireale sono scaturite da una verifica fiscale effettuata nei confronti della “Teameventi srl”, società di Aci Sant’Antonio operante nel settore del noleggio di attrezzature per spettacoli, rappresentata solo formalmente dalla moglie del Cancaro. Nel corso delle attività ispettive, i finanzieri hanno rinvenuto all’interno della sede aziendale attrezzature e documentazione riconducibili ad un’altra società di cui il Cancaro era stato titolare, la “Dietro le quinte srl”, operante nello stesso settore e dichiarata fallita dal Tribunale di Catania nel 2011.

Tale circostanza ha destato non pochi sospetti nei militari, i quali, sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, nella persona del Sostituto Procuratore Dott. Fabio Regolo, hanno ritenuto di svolgere mirati approfondimenti volti a verificare se il fallimento della società “Dietro Le Quinte”, preceduto dalla costituzione di una seconda società attiva nel medesimo settore, potesse nascondere una distrazione patrimoniale.

Attraverso perquisizioni, assunzione di informazioni da clienti e fornitori delle due società e da dipendenti delle stesse, indagini sui conti correnti societari, nonché l’ausilio di un consulente nominato dalla Procura, sono state così ricostruite una serie di operazioni, tra cui il prelievo tramite bonifici dai conti aziendali di somme di denaro per circa 320.000 euro a beneficio dell’indagato, attraverso le quali lo stesso era riuscito a svuotare la vecchia società creando uno stato di dissesto finanziario e patrimoniale che poi ne ha determinato il fallimento, peraltro con un debito nei confronti dell’Erario di circa 1,6 milioni di euro.

Mentre la vecchia società veniva spogliata dell’intero patrimonio aziendale e portata al fallimento, tutti i crediti nonché l’intero portafoglio clienti e parte degli impianti, grazie alla consolidata posizione acquisita negli anni dall’indagato nel settore in cui operava e al ricorso a scritture private redatte ad hoc tra le due aziende, venivano spostati su una seconda società, la “Teameventi srl”, operante sempre nell’ambito del noleggio di attrezzature per spettacoli ed eventi.

Le indagini, infatti, hanno svelato come il reale gestore della nuova società, intestata formalmente alla moglie dell’arrestato, fosse sempre il Cancaro, che, nonostante il fallimento della vecchia società avvenuto nel 2011, aveva continuato a operare attraverso la “Teameventi srl”, curando personalmente i rapporti commerciali con i vari clienti e noleggiando attrezzature tecniche talvolta anche per importanti manifestazioni quali, ad esempio, il Giffoni Film Festival.

Alla luce degli elementi raccolti nel corso delle indagini, il GIP presso il Tribunale di Catania, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro dell’intero complesso aziendale della società “Teameventi srl”, del valore stimato di circa un milione di euro, e la misura degli arresti domiciliari nei confronti del Cancaro, il quale dovrà rispondere del reato di bancarotta fraudolenta.

Nel corso delle indagini, inoltre, le stesse Fiamme Gialle, in esecuzione di un provvedimento del Gip presso il Tribunale di Catania, avevano già eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, per un valore di circa 300 mila euro, nei confronti della moglie del Cancaro, indagata per reati tributari a conclusione della verifica fiscale eseguita dai finanzieri, dalla quale erano emersi ricavi non dichiarati, negli anni dal 2010 al 2013, per circa 950.000 euro.

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