“Signora Amalia – avrebbe detto – lei mi deve quel denaro. Per quel lavoro a casa sua”. Un debito ridicolo a quanto pare – ammesso che fosse vero. Sta di fatto che la donna infastidita da quella presenza ha reagito tentando di mettere alla porta quel giovane con evidenti problemi che però era visibilmente teso. Amalia avrebbe cominciato ad urlare. A questo punto Paolo Cartelli colto a un raptus ha spintonato la minuta donna con la quale avrebbe avuto una piccola colluttazione, ha afferrato un bottiglia colpendola alla testa e al collo, lasciandola sul divano, agonizzante, in quella piccola camera all’ingresso della casa. Poi, in preda al panico, si è allontanato di fretta. Dal cortile di casa ha raggiunto la terrazza e da li è fuggito forse attraverso il tetto (i carabinieri hanno notato alcune tegole rotte) si è quindi allontanato per fare rientro a casa, al terzo piano di quell’alloggio di via Macherione, come se nulla fosse accaduto.
Come anticipato ieri, il giovane ha confessato prima al comandante dei carabinieri della Stazione di Calatabiano, mar.Curcuruto e poco più tardi al magistrato inquirente. Nell’ambito delle indagini un ruolo importante lo avrebbe svolto la mamma del giovane cui era molto legato. Il giovane ieri in tarda serata, al termine del lungo interrogatorio ed esperite le formalità di rito, è stato tradotto nel carcere di piazza Lanza a Catania dove ha trascorso la prima notte. Questa mattina alle 10.30 alla presenza del procuratore Michelangelo Patanè conferenza stampa in Procura per i dettagli sulle indagini e sui risvolti della vicenda.