IL VIDEO DELLA RAPINA
Sono stati arrestati dalla Polizia di Stato i catanesi Giuseppe Aurora, 27enne, pregiudicato, e Salvatore Cosenza , 22enne, in quanto ritenuti responsabili, in concorso tra loro ed altro rapinatore in fase di individuazione, dei reati di rapina aggravata, lesioni aggravate, resistenza e violenza a P.U.
Alle ore 19,40 circa del 16 ottobre scorso, un’autovettura Mercedes cl. C con a bordo tre individui giungeva nel parcheggio antistante un esercizio commerciale della zona industriale di Misterbianco. Mentre l’autista rimaneva al lato guida, gli altri due occupanti travisati uno con passamontagna e l’alto con maschera carnascialesca – da anziano – di cui uno armato di pistola, irrompevano all’interno del negozio e, sotto la minaccia dell’arma, si facevano consegnare la somma di 500,00 € circa.
Sfortuna vuole, per i malviventi che un dipendente della Squadra Mobile – Sezione “Contrasto al Crimine diffuso”, libero dal servizio e privo di arma in dotazione, era appena uscito dal medesimo esercizio in compagnia della moglie e dei figli minori ed aveva fatto appena in tempo a sistemare all’interno della sua autovettura dei pacchi con gli acquisti appena fatti.
Vista la scena, dimostrando coraggio e ottima scelta operativa, alzava le braccia in alto in segno di resa, posizionandosi così davanti l’uscita del negozio. Non appena i due malviventi uscivano speditamente dal negozio per raggiungere l’auto dove il complice si attendeva con il motore acceso, l’agente della Squadra Mobile si avventava contro il rapinatore più alto e corpulento – oltre 2 metri – che era in possesso della pistola, nel tentativo di bloccarlo e disarmarlo.
Ne nasceva una violenta colluttazione nel corso della quale l’agente di Polizia riusciva a togliere il passamontagna al rapinatore armato. Nel corso della colluttazione, alla quale prendeva parte anche il secondo rapinatore, il poliziotto veniva colpito alla testa con l’arma e, sebbene ferito e sanguinante, tentava di bloccare la fuga del veicolo, aggrappandosi allo sportello lato guidatore. La ripartenza veloce dell’auto provocava la caduta del poliziotto, che rovinava sul selciato.
Durante queste concitate fasi, il poliziotto riusciva a vedere bene il volto del rapinatore armato, avendogli tolto il passamontagna, e del complice che si trovava alla guida della Mercedes.
Il poliziotto veniva trasportato tramite ambulanza presso il nosocomio di un ospedale cittadino, ove gli veniva riscontrata una profonda ferita lacero-contusa alla testa, per la quale erano necessari diversi punti di sutura, ed altre ferite al corpo.
Sul posto intervenivano subito diversi equipaggi della Squadra Mobile, in particolare della Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, che avviavano le indagini volte alla identificazione dei tre malviventi, acquisendo le immagini degli impianti di video-sorveglianza del negozio rapinato e di altri della zona.
In sede di sopralluogo eseguito sulla scena del crimine da esperti della Polizia Scientifica, veniva rinvenuto e sequestrato il passamontagna utilizzato dal rapinatore.
Le indagini condotte senza soluzione di continuità consentivano di addivenire alla targa dell’automezzo risultato un vecchio Mercedes cl. C, che veniva rinvenuto all’alba dell’indomati 17 ottobre, parcheggiato in viale Bummacaro, nel rione di “Librino”. Il mezzo veniva sottoposto ai rilievi della Scientifica e, successivamente, sequestrato.
Da accertamenti si addiveniva all’utilizzatore del mezzo, Giuseppe Aurora con precedenti per rapina, riconosciuto dall’operatore di Polizia, proprio per colui il quale guidava la Mercedes.
Nel contempo, grazie ad una serrata attività investigativa, venivano individuati ed identificati anche gli altri due complici. I tre venivano ricercati una prima volta in maniera vana.
Nella serata Aurora si presentava presso gli uffici di Polizia, mentre Cosenza veniva rintracciato nella zona di “Monte Po”.
Le relative perquisizioni consentivano di rinvenire e sequestrare alcuni indumenti indossati in occasione della rapina. Presso gli uffici della Squadra Mobile Aurora e Cosenza hanno reso dichiarazioni confessorie.
Gli arrestati sono stati associati presso la casa circondariale di Catania – piazza Lanza a disposizione dell’A.G., mentre il terzo complice, dopo ulteriori e vane ricerche, è stato indagato in stato di irreperibilità.