Si è aperta con la proiezione del corto “Civitas”, realizzato dal videomaker Carmelo Emmi, la manifestazione “Arte in Rete”, svoltasi sabato scorso su iniziativa dell’associazione “Cultura Aetnae” in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania ed il Comune di Linguaglossa.
Il video, che ha fatto seguito agli interventi di saluto dei “padroni di casa” Luigi Antonio Messina, responsabile U.O. 4 della Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania, ed Aldo Guzzetta, vicesindaco di Linguaglossa, ha presentato la cittadina etnea attraverso il “detto-non detto” degli anziani del paese, ripresi in una giornata di mercato, ed i tanti luoghi abbandonati che andrebbero, invece, recuperati e trasformati in opportunità di sviluppo socieconomico.
La conferenza sul tema “Spazi aperti della città: proposte, progetti ed esperienze sul territorio” è proseguita con la presentazione, affidata alle studentesse Elisa Trapella e Maria Eleonora Quattropani, dei due pannelli infografici realizzati dalle classi VA e VB del locale Liceo Scientifico “M. Amari” mettendo in relazione i nuclei tematici comuni dei due grandi artisti e concittadini illustri Francesco Messina e Salvatore Incorpora, le cui opere sono ospitate nel museo linguaglossese, dove ha avuto luogo il segmento mattutino di “Arte in Rete”. Tali pannelli, che il liceo “Amari” ha donato alla struttura museale, assolveranno sicuramente ad un’utilissima funzione informativa nei confronti dei visitatori che fruiranno delle due mostre permanenti.
E’ stato, quindi, illustrato il progetto “IntrArt – Intrecci d’arte” dell’associazione “Cultura Aetnae”. Realizzato e presentato da Rosaria Barbera, Cosimo Inglese, Alessia Barbera e Marianna Puglisi, “IntrArt” intende promuovere e valorizzare il centro storico linguaglossese a partire dai suoi caratteristici murales, facendo conoscere al visitatore tali pregevolissime opere sparse nei vicoli del paese, i rispettivi autori, l’anno di realizzazione ed il significato. Esso è anche un tentativo di legare tra loro differenti linguaggi artistici ed esperienze del territorio utilizzando sistemi tecnologi di ultima generazione che consentono di dare grande visibilità al percorso e di ampliarlo in qualunque momento, senza necessitare di interventi invasivi o costosi.
Tali iniziative e l’entusiasmo giovanile che ne sta alla base hanno ricevuto anche l’autorevole plauso di Andrea Bartoli, fondatore insieme alla moglie dell’innovativo “Farm Cultural Park” a Favara (Agrigento) ed ospite della giornata. Quest’ultimo ha illustrato quanto è riuscito a realizzare nel centro agrigentino dal 2010 ad oggi, ossia un centro culturale di ultima generazione che il blog britannico “Purple Travel” non ha esitato a collocare al sesto posto al mondo come meta turistica per gli amanti dell’arte contemporanea.
Rispondendo alle domande del pubblico, Bartoli ha anche accennato di avere in cantiere il “Farm Children’s Museum”, ovvero un luogo dove i bambini potranno giocare, imparare, sognare, coltivare pensiero critico e responsabilizzarsi in maniera tale che, da adulti, possano garantire all’umanità un futuro migliore.
La mattinata si è conclusa con una passeggiata per le vie del centro storico linguaglossese e la visita alla casa-studio dell’artista Salvatore Incorpora.
I lavori sono ripresi nel pomeriggio presso l’aula consiliare del municipio con il talk-tavola rotonda condotto dalla storica dell’arte Carmela Cappa ed avente per tema “Il museo che cambia: arte da custodire e responsabilità sociale da attivare”.
A partire dall’intervento di Luigi Antonio Messina, Responsabile U.O. 4 della Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania, ed, a seguire, nelle parole del Sindaco di Linguaglossa, Rosa Maria Vecchio, e dell’assessore al turismo, Rosario Grasso, è stato sottolineato come la rivitalizzazione del patrimonio artistico di un territorio passi non solo dalle pubbliche istituzioni, ma anche da reti sociali fatte di associazioni, scuole e cittadini in grado di innovare, con il loro entusiasmo e le rispettive competenze ed inclinazioni, i luoghi della nostra tradizione, rendendo i musei, come quello di Linguaglossa, vere e proprie officine culturali.
La parola è passata poi all’avvocato Egidio Incorpora il quale, raccontando la genesi del museo intitolato al papà Salvatore, ha testimoniato come dall’incontro tra istituzioni e privati possano nascere iniziative in grado di innescare processi di generatività culturale e sociale decisivi per lo sviluppo di un territorio.
Ed a definire bene il cambiamento del museo dal punto di vista sociale ha provveduto il prof. Carlo Colloca, docente di “Analisi sociologica e metodi per la progettazione del territorio” all’Università degli Studi di Catania. Quest’ultimo ha sottolineato come un museo debba essere prima di tutto accessibile ed in grado di emozionare il fruitore rendendogli un servizio che vada oltre i contenuti estetici, così come concretamente sono riusciti a fare il “Guggenheim Museum Bilbao” ed il “Ponte della Costituzione” dell’architetto spagnolo Calatrava a Venezia.
Si è, quindi, tornati all’esperienza vincente di Andrea Bartoli a Favara, dove il “Farm Cultural Park” è riuscito ad invertire completamente le sorti di una città che sembrava destinata a scomparire e che oggi, invece, solo nella stagione estiva vede transitare dal proprio centro storico oltre quarantamila persone.
L’interessante e stimolante giornata di studio e confronto si è conclusa con le parole del presidente di “Cultura Aetnae”, Andrea Giuseppe Cerra, e di Marianna Puglisi, dichiaratisi «soddisfatti per essere riusciti a creare quella rete richiamata nel titolo di questo evento, capace sia di catturare il patrimonio artistico linguaglossese con il progetto “IntrArt” e sia di connetterlo al resto delle esperienze e delle competenze che ci sono nel territorio, che collaborando insieme sarebbero in grado di valorizzarlo e di sperimentare in esso nuovi modelli di sviluppo, sia culturali che economici».
Rodolfo Amodeo