Il noto politico e sindacalista di Giardini Naxos, Giuseppe Russo, ha chiesto al premier Renzi ed al presidente dell’Inps Boeri di eliminare l’ormai pressoché irraggiungibile soglia dei sedici anni di contribuzione per aver diritto alla pensione, oppure di restituire ai “non pensionabili” quanto da loro “inutilmente” versato
Sono gli anziani i soggetti maggiormente esposti al rischio di rapine, perpetrate sia da privati criminali e sia… dallo Stato: partendo da questa caustica, ma in fondo realistica, considerazione, nei giorni scorsi il noto politico e sindacalista di Giardini Naxos, Giuseppe Russo, ha preso carta e penna ed ha scritto due lettere, che ha rispettivamente inviato al capo del Governo nazionale, Matteo Renzi, ed al presidente dell’Inps, Tito Boeri, per denunciare loro una particolare ingiustizia tutta italiana e proporre, al contempo, delle soluzioni.
«In pratica – spiega Russo sintetizzando il contenuto delle sue due missive – ci sono tantissimi cittadini italiani che hanno versato all’Inps i rispettivi contributi previdenziali ma ai quali, non avendo essi superato la soglia dei sedici anni di attività lavorativa (per i ben noti problemi di crisi economica ed occupazionale), viene negato il diritto a riscuotere la pensione.
«In questi anni, pertanto, lo Stato ha percepito ingenti somme dai suddetti lavoratori, che però, alla fine, non ricevono nulla in cambio.
«L’assurdo è che poi ci tocca apprendere che si dà la pensione sociale agli extracomunitari, molti dei quali ritornano nei rispettivi Paesi d’origine vivendo agiatamente. Per non parlare della “scandalosa” sperequazione tra i tantissimi italiani cui tocca vivere con appena cinquecento euro al mese ed i vari parlamentari e “supermanager” che percepiscono tra i duecentomila ed i quattrocentomila euro all’anno.
«Nel resto dell’Europa, invece, i sistemi previdenziali sono congegnati in modo che qualunque contributo versato dal lavoratore torna prima o poi nelle sue tasche.
«Dal canto mio, ho suggerito al premier Renzi ed al presidente Boeri di adottare, al riguardo, una di queste due soluzioni: o si elimina l’ormai pressoché irraggiungibile soglia dei sedici anni di contribuzione per aver diritto alla pensione, oppure si restituisce al lavoratore “non pensionabile” quanto da lui “inutilmente” versato».
Rodolfo Amodeo
FOTO: Giuseppe Russo in primo piano e, nel riquadro, Tito Boeri e Matteo Renzi