Tra i tanti “misteri” della pubblica amministrazione vi è il totale disinteresse per quel tratto della Strada Provinciale 1, a qualche chilometro dal centro abitato di Mojo Alcantara, sulla cui carreggiata anni addietro, quando i fenomeni di dissesto idrogeologico erano ancora eventi eccezionali, franò l’adiacente parete rocciosa.
Quest’ultima, onde mettersi al riparo da eventuali ulteriori cedimenti delle parti rimaste, venne allora imbrigliata con una rete metallica di contenimento, che però, tempo dopo, è stata squarciata dal venir giù di altri massi.
Morale della favola: è da oltre un anno che la carreggiata in corrispondenza del pericoloso dirupo è costellata, oltre che dal cumulo di detriti dell’ultima frana, anche da tutti i possibili ed immaginabili segnali stradali che invitano l’automobilista a non transitare sotto quel costone roccioso (v. foto qui pubblicata).
Pertanto, a chi proviene da Mojo Alcantara ed è diretto verso il bivio per Novara di Sicilia o i Comuni della bassa valle, tocca guidare contromano per un buon tratto di strada.
Ed, in ogni caso, se da quel famigerato costone dovessero verificarsi altri distacchi, anche tale precauzione lascerebbe sicuramente il tempo che trova in quanto i macigni, precipitando al suolo, non prendono certo… né la mira e né le misure.
Cosa aspettano, dunque, gli organi preposti (probabilmente l’Anas o la Provincia Regionale di Messina, nella cui competenza ricade l’arteria in questione) ad intervenire rimettendo in sicurezza con una nuova rete di contenimento (magari più “robusta” di quella preesistente…) quel pericoloso segmento della Sp1?!
Quei tipi di segnali stradali dislocati lì (“caduta massi”, restringimento carreggiata”, “cambio di corsia”, ecc.) dovrebbero, per loro natura, essere provvisori, ossia da impiegare giusto il tempo per fronteggiare e risolvere una situazione emergenziale; ed invece continuano a rimanere in bella mostra, nell’attesa infinita di qualche cantoniere che venga a rimuoverli recando l’agognata “lieta novella” del cessato pericolo.
Probabilmente, se quei segnali, anziché esprimersi soltanto per via iconografica, potessero anche parlare, all’automobilista che li guarda infastidito direbbero: «Noi facciamo solo il nostro dovere. Prendetevela con chi ci ha piazzati qui pensando, in tal modo, di essersi messo la coscienza a posto ed infischiandosene, quindi, di eliminare il pericolo da cui noi, per quel che possiamo, vi mettiamo in guardia…».
Intanto, raccogliendo le comprensibili lamentele dei numerosi automobilisti che quotidianamente utilizzano la Sp1, è emerso che alcuni di loro, probabilmente a mo’ di provocazione, sarebbero addirittura disposti ad autotassarsi per acquistare una nuova rete di contenimento, qualora alla base del mancato intervento ci fossero i “soliti” problemi di natura finanziaria dovuti ai “patti di stabilità” ed alla “spending review”…
Rodolfo Amodeo