Acireale, conferenza-dibattito sulla Lettera enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco -
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Acireale, conferenza-dibattito sulla Lettera enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco

Acireale, conferenza-dibattito sulla Lettera enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco

C’è una proposta di rivoluzione culturale nella Lettera enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco, per salvare la casa comune? Nella biblioteca Zelantea di Acireale, pertanto, per meglio conoscere le varie tematiche dell’enciclica, ha avuto luogo un incontro pubblico su tema “La cura della casa comune. La sfida dell’enciclica Laudato sì” che ha fatto riflettere a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di vita, di produzione e di consumo, per combattere il riscaldamento del pianeta terra, per “una ecologia integrale”.
L’incontro, al quale è stato presente mons. Antonino Raspanti, è stato promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale della cultura e scuola, diretto dal prof. Giovanni Vecchio, d’intesa con la Diocesi e il movimento ecclesiale di impegno culturale acese (Meic). Tre i relatori: Agatino Sidoti, dirigente Regione Siciliana settore agrario, don Piero Sapienza, docente Istituto teologico San Paolo di Catania e Giuseppe Rossi, professore emerito Università di Catania.
Conferenza-Laudato-1Lavori aperti dal dott. Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici e coordinati dal prof. Giovanni Vecchio che ha introdotto soffermandosi sulla validità e attualità della enciclica. “L’enciclica – ha sottolineato Giovanni Vecchio – rappresenta un punto di riferimento imprescindibile perchè indica nuove direttrici di vita e nuove linee di governo, per quanti oggi sono impegnati in scelte e decisioni riguardanti la comunità. Indica un nuovo modello di gestione del pianeta terra con la sua rivoluzione culturale di ‘ecologia integrale’: economia ed ecologia devono procedere di pari passo; l’una sopravvive se sopravvive l’altra”.

La parola passa quindi al dott. Agatino Sidoti che relaziona su “La ambientale e sociale e la debolezza della politica internazionale” che ha esposto i problemi legati e derivanti dal “riscaldamento serra” e le conseguenti nefaste incidenze sull’ambiente. Ha poi fatto toccare quasi con mano i benefici di una sana ecologia su tante terre del pianeta con una politica, nazionale e internazionale, non basata solo su interessi di parte, su risparmi temporanei.
Il secondo relatore, don Piero Sapienza, intrattiene su “La radice umana della crisi ecologica” evidenziando i molti spunti teologici presenti nell’enciclica a partire dal contenuto del N° 2 che ricorda che il male che provochiamo a “sora nostra matre Terra” deriva dall’uso irresponsabile e dell”abuso dei beni chi Dio ha posto in lei, dato che siamo cresciuti pensando che eravamo i proprietari e dominatori della terra, e non i suoi custodi. E del N° 9 che indica, “l’accettazione del mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale”.

Il terzo relatore, il prof. Rossi, ha relazionato su “Conversione della politica, conversione della spiritualità” e sottolineato come l’enciclica sia rivolta a tutti gli abitanti del nostro pianeta e messo in risalto i risultati della ricerca scientifica, gli interventi delle Nazioni Unite, gli sforzi dei movimenti ecologisti. Nonchè le prese di posizioni sull’ambiente di tanti episcopati e, in particolare, del Patriarca Bartolomeo. Ha poi esaminato il concetto di “ecologia integrale”, di papa Francesco, che riesce a superare l’antropocentrismo deviato del dominio sul creato e sottolineato la necessità della cura responsabile verso tutte le creature a cui l’uomo è chiamato. S. E. il vescovo Raspanti, concludendo ha invitato ognuno dei presenti ad assumersi le responsabilità tenendo ben presente la differenza tra “natura” e “creazione” che è dono.

Camillo De Martino

nella foto di copertina il tavolo dei relatori con da sinistra: don Piero Sapienza, Giovanni Vecchio, Giuseppe Rossi e Agatino Sidoti.

nella foto all’interno S.E. Il vescovo Raspanti con, da sinistra Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia Zelantea, Agatino Sidoti e Giuseppe Rossi, prima dell’inizio dei lavori.

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