L’insegnante in pensione Mario Riso è sicuramente la “memoria storica” dell’azienda elettrica comunale di Francavilla di Sicilia, istituita nel lontano 30 settembre del 1910 (anche se il relativo impianto, originariamente affidato ad un concessionario privato, era entrato in funzione dieci anni prima) ed a tutt’oggi gestita, molto “problematicamente”, dagli inquilini del palazzo municipale di Piazza Annunziata. Tra questi vi è stato per lungo tempo (in particolare durante le varie Amministrazioni del compianto sindaco socialista Salvatore Puglisi) il prima citato professore Riso in qualità di assessore ai Servizi Idroelettrici, incarico che ha ricoperto con competenza e passione indiscusse, anche perché da sempre incline alla tecnologia, cui ha avvicinato pure i suoi tanti alunni delle classi elementari.
Ormai da diversi anni, pur interessandosi di politica da militante del Partito Democratico, Mario Riso ha deciso di non rivestire più ruoli amministrativi, ma nei mesi scorsi è tornato al suo “vecchio amore” essendosi accorto di una particolare “stranezza”, sulla quale ha chiesto ufficialmente lumi al primo cittadino francavillese Lino Monea, ai componenti della Giunta Comunale ed alla commissaria Maria Riva, la quale sta sostituendo il decaduto organo consiliare della cittadina dell’Alcantara.
Quella sua lettera al riguardo, pervenuta in municipio lo scorso 2 ottobre, non ha però ottenuto ancora risposta. Pertanto, trascorsi invano i canonici sessanta giorni entro i quali almeno qualcuno dei destinatari avrebbe dovuto fornire spiegazioni al mittente, Mario Riso ha pensato bene di mettere al corrente l’opinione pubblica locale della questione da lui sollevata.
«Il Comune di Francavilla e quello limitrofo di Castiglione di Sicilia – spiega l’ex assessore – sono tra i pochissimi in Italia a gestire in proprio il servizio elettrico. Non sto qui a raccontare le motivazioni, ma alle due municipalità tocca comunque acquistare dall’Enel un determinato quantitativo di energia elettrica da rivendere poi ai cittadini utenti. Originariamente, a titolo di compensazione per lo sfruttamento del fiume Alcantara (in quanto siamo in presenza di energia idroelettrica, ossia prodotta dallo scorrere del corso d’acqua) e per l’utilizzo della piccola centrale di contrada Ciappa, le due municipalità avevano ottenuto ognuna 37.560 chilowattora gratuiti al mese. Purtroppo, però, sono venuto a conoscenza che in atto, e non so da quanto tempo e per quale “arcano” motivo, il Comune di Francavilla non fruisce più di questo beneficio economico conquistato dai nostri avi.
«Se quanto da me appreso fosse vero, significherebbe che il nostro Comune, non so per quale assurda ragione, avrebbe perso la possibilità di detrarre, dalla fattura mensile emessa dall’Enel per la fornitura di energia elettrica, i 37.560 Kwh cui ha diritto in virtù della prima accennata compensazione. In pratica, dunque, la comunità francavillese continua a subire un danno economico permanente, quantificabile presumibilmente in circa centomila euro l’anno.
«So, invece, per certo che il Comune di Castiglione di Sicilia continua a beneficiare di questa sostanziosa detrazione. Bisogna, quindi, dedurne che gli amministratori del vicino centro etneo sono più solerti e responsabili dei nostri».
Tutto ciò Mario Riso l’ha anche scritto nella lettera che, oltre due mesi fa, ha fatto protocollare al municipio di Piazza Annunziata e nella quale esortava il sindaco Monea, gli assessori e la commissaria Riva ad occuparsi di questo “giallo”, cominciando con l’andare a ricercare negli archivi comunali i documenti che attestano tale diritto alla fornitura gratuita di un determinato quantitativo di Kwh, per poi tentare di risalire al momento esatto in cui questo “benefit” è improvvisamente venuto meno (e qui potrebbero tornare utili gli “amarcord” di quegli attuali assessori che hanno fatto parte anche delle Giunte avvicendatesi alla guida di Francavilla negli anni passati).
«Mi rendo conto – dichiara Riso – che lavorare per riparare i guasti provocati da “altri” non è piacevole, ma ritengo anche che chi riceve il consenso degli elettori non debba occuparsi solo di “ordinaria amministrazione”, oggi peraltro poco gratificante a causa delle note ristrettezze finanziarie in cui versano i Comuni. Ma proprio quest’ultimo sarebbe un motivo in più per impegnarsi nell’operazione dal sottoscritto invocata, in quanto da essa si potranno recuperare le ingenti somme indebitamente incassate dall’Enel nell’arco degli anni durante i quali abbiamo scioccamente abdicato a questo nostro diritto.
«Ho concluso la mia lettera affermando che chi non ha la voglia, la forza e la capacità di prodigarsi in difesa della comunità francavillese, farebbe cosa gradita a tutti se lasciasse l’incarico amministrativo in favore di chi, invece, sente di potersi battere anche contro un “gigante” come l’Enel».
Quando parla della “sua” azienda elettrica comunale, a Mario Riso brillano gli occhi: l’apposito ufficio all’interno del palazzo municipale di Piazza Annunziata e le varie cabine di distribuzione, dislocate in diversi punti del territorio francavillese, sono stati per tanti anni le sue “seconde case”, che lui ha contribuito non poco ad ammodernare e ad adeguare alle nuove tecnologie nonché alle sopravvenute esigenze della popolazione locale, la quale non intendeva rinunciare all’uso degli elettrodomestici e di tutti quei “rivoluzionari” dispositivi dell’era del progresso (indispensabili soprattutto alle tante aziende artigiane allora esistenti in paese) che richiedevano più ingenti forniture di corrente.
«Erano quelli anni difficili – ricorda l’ex assessore ai Servizi Idroelettrici –, specie per il settore della distribuzione dell’energia e per quello della pubblica illuminazione, dotati di una rete praticamente inesistente e, comunque, inadeguata quanto a potenza disponibile e sicurezza. Mi è, dunque, toccato l’arduo compito di provvedere, con le poche risorse tecniche ed economiche a disposizione, all’adeguamento di tutti gli impianti, costruendo nuove cabine e sostituendo i trasformatori di quelle preesistenti, cambiando i contatori delle case ed i corpi illuminanti delle strade, avendo cura di non procurare eccessivi disagi ai cittadini. L’obiettivo era quello di passare, in tempi brevi, dai 3.000 ai 20.000 volt di media tensione e dai 160 ai 220 volt di bassa tensione.
«Per me e per il validissimo personale comunale che mi ha coadiuvato, è stata comunque un’avventura esaltante, anche se a volte contrappuntata da qualche amarezza. Come il barbaro scempio che è stato fatto di quell’allora “gioiellino tecnologico” che era la piccola centrale idroelettrica di contrada Ciappa, passata “misteriosamente” in mano a dei privati, i quali hanno consentito che tutta la pregevolissima “archeologia industriale” contenuta al suo interno (turbina, alternatore, trasformatori, condotta forzata, ecc.) venisse distrutta a colpi di mazza per ricavarne alcune centinaia di chili di ferro e di rame. E poi la “battaglia” contro l’Enel, che ebbe l’infelice idea di collocare un antiestetico traliccio per il trasporto della media tensione alle pendici della collina dove svettano i ruderi del Castello medievale di Francavilla, un maldestro tentativo che il sottoscritto è riuscito a bloccare tempestivamente».
Oggi, con le nuove rigorosissime normative che disciplinano il comparto energetico e le difficoltà nel riscuotere quanto dovuto dai cittadini, quell’esaltante e quasi pionieristica “epopea” rievocata con un pizzico di nostalgia dal professore Riso, ha ceduto il posto ad una ben diversa realtà, fatta di frequenti disservizi tecnici, utenti morosi e conseguenti problemi debitori nei confronti delle “authority” nazionali per l’energia.
Per il Comune di Francavilla, dunque, l’azienda elettrica “di famiglia” non è più un fiore all’occhiello del quale gloriarsi, bensì una palla al piede di cui sarebbe opportuno disfarsi il prima possibile alienandola, anche a prezzo “non pieno”, ad un altro gestore. Il sindaco Lino Monea, dal canto suo, proprio qualche giorno fa ha ufficialmente annunciato alla nostra testata giornalistica che «è in via di definizione la trattativa con l’Enel per la cessione, alle giuste condizioni, della gestione delle utenze private».
Rodolfo Amodeo
FOTO: Mario Riso da solo ed insieme al sindaco Lino Monea