L’ex campo di polo, oggi pista di atletica, campo di calcio e pista di elisoccorso è nell’occhio del ciclone a causa di una diatriba su concessioni di uffici, spogliatoi e palestra contesi. Uno di questi, all’ingresso del quale c’è una targa, è addirittura chiuso e non viene mai aperto. Il caso è balzato alla cronaca martedì, quando la società di atletica leggera Asd Etna Sprint, presieduta dal professor Salvo Bracci, ha inscenato una protesta con il sostegno dei genitori degli atleti.
A raccontare la vicenda è il professor Salvo Bracci, ex nazionale di fondo, tra i dieci fondisti siciliani più forti di sempre. Ha fondato a Giarre l’Asd Aetna Sprint Giarre, affiliata alla Fidal, iscritta al registro Coni e sta ottenendo lusinghieri successi in campo regionale con i suoi atleti.
– Bracci, lei parla di disagio perché?
Gli altri tre spogliatoi, due dei quali già riqualificati, vengono regolarmente utilizzati, da diversi mesi ormai, dall’Asd Junior Giarre, i cui dirigenti dichiarano di essere in possesso di regolare autorizzazione, anzi sostengono di avere in uso tutto lo stadio di atletica ed i locali annessi.
José Sorbello glorioso calciatore e dirigente della società dice: “Noi operiamo da tanti anni in questa struttura e siamo sempre stati ospitali con tutti. Abbiamo investito soldi per rendere fruibili i locali e dare ai ragazzi la possibilità di allenarsi e disputare le partite anche agli ospiti provenienti da fuori. Siamo regolarmente autorizzati. Tocca al Comune risolvere la questione”.
Il sindaco Roberto Bonaccorsi e il dirigente dell’area interessata Maurizio Cannavò, da noi contattati sulla questione ci hanno detto: “Abbiamo investito dell’argomento l’Ufficio tecnico comunale per verificare lo stato degli atti. Siamo in attesa di una risposta tecnica per trovare una soluzione che possa accontentare tutti nei limiti delle nostre possibilità e della legalità”.
Intanto, però, i ragazzi dell’Etna Sprint, anche in questo periodo, restano all’addiaccio. Bracci, in considerazione del fatto che “troppo tempo ad oggi è trascorso, nel tentativo di ottenere il diritto ad usufruire dell’impianto”, non si sente soddisfatto delle risposte.
Sulla vicenda ha presentato un esposto al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania e informato i vari Ministeri: della Salute; delle Politiche Sociali e giovanili; dello Sport; la Presidenza del Consiglio dei Ministri; i presidenti della Regione Sicilia, del Coni nazionale e della Fidal Nazionale.
La faccenda rischia di diventare un caso nazionale, anche perché si sono mobilitate le famiglie dei piccoli atleti, quando hanno scoperto che uno dei locali, nel frattempo sarebbe stato concesso ad una società di pugilato di Acireale.
Mario Pafumi