Peonia Riposto 1966, tra ricordi e grandi progetti per il cinquantenario

Il 5° raduno degli ex giocatori segna l’inizio del cammino che porterà a festeggiare con una serie di iniziative il mezzo secolo di vita della società che portò il calcio dei trionfi nella cittadina marinara

Una data, quella del 1967, che a molti potrebbe non dire nulla. Ma se alla data aggiungiamo un nome, ossia “Peonia”, ecco irrompere un fiume in piena di emozioni, ricordi, aneddoti e anche qualche lacrima di commozione. Sono ricordi che parlano di calcio, quando era uno sport di “sacrificio e volontariato”; che raccontano di una società, la “Peonia Riposto”, fondata sull’onda dell’amicizia e di una battuta (“perché non fai una squadra anche a Riposto?”); di vittorie incredibili e di raduni pre-campionato da veri pionieri (“eravamo in montagna, al Nido d’aquila, in una casa prestata, i letti erano dei tavoloni di legno a terra, con sopra della paglia, ognuno dei partecipanti portò qualcosa, pane, vino, coperte…”). Erano i tempi in cui, cinquant’anni addietro, nasceva la Peonia Riposto, meravigliosa realtà calcistica che, a distanza di mezzo secolo, i ragazzi di allora, hanno riproposto (con qualche capello bianco e qualche chiletto in più, ma sempre con un entusiasmo senza età…) al V raduno degli ex Peonia 1966.
Organizzato dall’infaticabile Angelo Calì, mister dei ragazzi della Peonia, con la preziosa collaborazione di Pippo Lo Sciuto, Mario Tomarchio, Roberto Festa e Franco Allegra, il raduno ha coinvolto una ottantina di partecipanti, grazie al passaparola e all’attivismo del gruppo Facebook “Peonia 1966”, che si sono ritrovati in un elegante locale all’interno del Porto turistico di Riposto.

Molti dei partecipanti hanno ritrovato i compagni di allora, tra strette di mano ed abbracci, si sono riproposte battute e scherzi, altri “ragazzi di allora” non sono potuti essere presenti per motivi logistici, abitando o lavorando lontano dalla Sicilia, altri ancora saranno contattati, grazie al contributo di memoria dei partecipanti, per il prossimo raduno. Ma ricordi, immagini e pensieri, che scorrevano sullo schermo nelle foto in bianco e nero, hanno anche accompagnato la commozione per chi, giocatori e dirigenti, non è più tra noi, chiamato a calcare ben più alti campi. E così lo schermo ha regalato, tra applausi e lacrime di rimpianto, i volti ed i nomi di Luigi Averna, Giuseppe Caputo, Carmelo Amante, Massimo Foti, Eugenio Grasso, Gaetano Mancini, Rosario Narcisi, Nino Romano, Sebastiano Pennisi, Turi Petralia, Sebastiano Auditore, Sebastiano Grasso,Carmelo Tancredi, Roberto Spuches. Storia e storie si sono intrecciate nelle parole di Angelo Calì, organizzatore del raduno ma, soprattutto, anima dell’iniziativa che punta ad un traguardo importante: “festeggiare i 50 anni della fondazione della Peonia Riposto”.
Traguardo da raggiungere attraverso una serie di fasi fondamentali: la compilazione di un questionario distribuito ai partecipanti al V raduno, con il quale si chiedeva loro suggerimenti, foto e materiale per arricchire l’archivio dei ricordi su Facebook e preparare, se possibile “un album di ricordi o anche qualcosa di più”); la ricerca di altri ex giocatori ed il loro futuro coinvolgimento; la istituzionalizzazione dei raduni in date prefissate; la possibilità di organizzare incontri di calcetto o gite. Sono solo alcune delle idee le cui basi sono state gettate durante la serata del raduno, con l’impegno di cominciare a lavorare sin da subito per il raduno del 50° anniversario della Peonia.

Nel corso della serata, tra ricordi e risate, è stato anche “svelata” l’origine del nome “Peonia” dato alla società e dei colori sociali (giallo-verde): all’epoca la comitiva di amici che fondò la Peonia si riuniva nel bar annesso al distributore di benzina della BP (British Petroleum) in piazza Matteotti (“la rotonda”). Ogni distributore di carburante BP era identificato con il nome di un fiore e quello di piazza Matteotti era proprio la Peonia, mentre i colori sociali erano i colori della BP (giallo e verde). Nacque così la storia della… Peonia 1966. Che si appresta a diventare quasi leggenda.

Corrado Petralia