Castelli ha spiegato che «i registi, rispecchiando il pensiero dominante durante il periodo di produzione dei singoli film, hanno messo in risalto gli aspetti patriottici e quindi favorevoli all’Unità d’Italia, ma anche le responsabilità dei garibaldini in taluni avvenimenti come nei “Fatti di Bronte”». L’incontrastato uomo-simbolo ed eroe del Risorgimento, protagonista di una percentuale elevatissima di film presi in esame dal Castelli, è stato Giuseppe Garibaldi.
A completamento della conferenza, il professore Castelli ha utilizzato la proiezione di un cortometraggio dal titolo “Camicie rosse e nitrato d’argento”, che non è una semplice antologia delle pellicole che hanno raccontato il Risorgimento italiano, ma un film di montaggio costruito attingendo a scene che appartengono a circa cinquanta opere della filmografia sull’argomento – da La presa di Roma (1905) a Noi credevamo (2010). “Un’operazione di metacinema, di riuso e anamorfosi narrativa di materiali esistenti, in funzione di un’ipotesi di rilettura della storia di una nazione, la nostra, che è nata, si è unita, è progredita, ma non è riuscita appieno a riconoscere la propria identità”.
Il presidente del Rotary di Giarre, Maccarrone, consegnando il gagliardetto del club al professore Castelli, lo ha ringraziato a nome dei soci del sodalizio.
Mario Pafumi