“A suo figlio gliela facciamo finire male. Gli distruggiamo la casa alle vigne come a Cantarella”. Questa la minaccia al sindaco di Biancavilla, Giuseppe Glorioso. Avvertimento che però, uno o più ignoti, non hanno lanciato direttamente al primo cittadino ma ai suoi anziani genitori, con una telefonata avvenuta stamane. L’inquietante episodio è stato immediatamente segnalato ai Carabinieri della locale Stazione.
Sembrerebbe però, il condizionale è d’obbligo, che non ci siano collegamenti, nonostante il messaggio all’indirizzo di Glorioso vorrebbe far pensare ad un’unica regia, con l’episodio (di cui si è appreso ieri e per il quale è stata sporta denuncia) del furto e dell’atto vandalico ai danni delle due contigue abitazioni di villeggiatura, in zona vigne, di proprietà una dell’ex sindaco biancavillese Mario Cantarella e l’altra del nipote Marco Cantarella, attuale consigliere comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale (alcuni balordi senza scrupoli hanno fatto irruzione in casa rubando attrezzi di lavoro e probabilmente per spregio distrutto finestre e porte; ma anche bastonato i due cani che si trovavano nella proprietà).
Tra le diverse ipotesi al vaglio, relativa alle minacce al sindaco Giuseppe Glorioso, quella legata alla questione abusivismo in città e le demolizioni ordinate (ed in alcuni casi già effettuate) dalla Procura catanese sulla base di sentenze passate in giudicato. Una situazione quest’ultima su cui il Comune non avrebbe mai avuto voce in capitolo e che ha portato diversi proprietari delle strutture abusive a riunirsi in un comitato per tentare di evitare l’inevitabile: l’abbattimento degli immobili.
A ciò andrebbe aggiunto che proprio il giorno in cui le ruspe della Procura etnea entrarono in azione per la prima volta, il 13 ottobre del 2014 in via Benvenuto Cellini, si registrarono forti momenti di tensione a Biancavilla. In questo quadro si inserirono le minacce verbali e spintonate proprio davanti il Municipio nei confronti del padre del primo cittadino Glorioso, da parte di qualche testa calda la quale, sembrerebbe, sostenesse la tesi secondo cui il Comune avrebbe potuto contrastare le sentenze e quindi opporsi alle demolizioni tanto di quelle effettuate quanto delle future.
Solo pochi giorni dopo si registrò un atto intimidatorio, nei confronti dello stesso sindaco a cui venne data alle fiamme la propria auto sotto casa (in quel caso la pista maggiormente seguita era legata alla questione rifiuti).
Ad ogni modo il tutto rientra nella sfera delle ipotesi, a fare chiarezza sulle reali motivazioni delle minacce saranno per l’appunto i Carabinieri.
Alice Vaccaro