Domattina, martedì, alle ore 10:30, al Comune di Giarre si terrà un’importante seduta della commissione consiliare sull’Ospedale alla quale parteciperanno il sindaco di Giarre, che ha invitato gli altri sindaci del Distretto, oltre ai rappresentanti delle associazioni e del comitato dei cittadini.
La seduta è convocata alla vigilia dell’udienza al CGA di Palermo (calendarizzata per mercoledì 3 febbraio) sul ricorso presentato dalla Rete delle associazioni jonica, dal comitato dei cittadini per l’ospedale, dal sindaco Bonaccorsi e dai consiglieri comunali giarresi contro gli atti amministrativi dell’Assessorato Regionale e dell’Asp di Catania che hanno determinato la chiusura del Pronto Soccorso e potrebbero, questo lo si è appreso negli ultimi giorni, determinare la chiusura degli ultimi tre reparti rimasti all’ospedale di Giarre (geriatria, medicina e psichiatria).
Pare che la chiusura del Pronto Soccorso e la conseguente mancata risposta alle emergenze–urgenze, dovrebbe comportare l’impossibilità di trattamento presso l’ex ospedale di Giarre di qualsivoglia paziente acuto e, quindi, sarebbero cancellati con un colpo di spugna anche i reparti di geriatria, medicina e psichiatria. La politica regionale continua l’opera di smantellamento assoluto del “San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro” ad umiliare incessantemente un intero territorio. Assurdo, intollerabile, inaccettabile!
A tal proposito il presidente della commissione ospedale giarrese Tania Spitaleri non ha mezzi termini: “Le scelte politiche palermitane , con l’assoluta e la trasversale compiacenza di tutta la deputazione, ledono e mortificano la dignità e il diritto alla salute dei cittadini di un intero Distretto socio-sanitario. Portar via tutto, chiudere il Pronto Soccorso e mettere le basi per la chiusura dei reparti di geriatria, medicina e psichiatria è folle e vergognoso. Le responsabilità sono esclusivamente politiche, così come le scelte. La politica regionale si fermi e torni indietro da decenni di costanti e collegate scelte scellerate a danno del nostro ospedale”.
Chiudere la Psichiatria a Giarre, non è come chiudere un qualunque altro reparto. Perché si procura ai pazienti un disagio, uno scompiglio che molti di loro non ti sapranno spiegare. Ma lo sanno bene le loro famiglie che, faticosamente, cercano un equilibrio, un punto di riferimento, un sostegno per questi loro familiari.
Ora se la politica locale, se le associazioni e tutti quelli che si proclamano paladini del bene comune, che pensano di essere l’atteso salvatore della patria non sapranno in questa occasione dare voce a chi non ha voce e difendere l’interesse di chi non può farlo da sè, allora davvero lasciate, tutti quanti, il posto ad altri. Di scaricabarile, di scambi di accuse tra di voi non sappiamo cosa farcene, sempre, questa volta una volta di più. E soprattutto non sanno cosa farse i pazienti di psichiatria e le loro famiglie. Ci vuole chi non pensi ai loro voti, ma sappia pensare ai loro volti.
Cosa dire all’Asp? E soprattutto ai politici regionali? Questi ultimi ancora così attaccati a privilegi che in nessun’altra regione esistono; politici già senza dignità da tempo, perché se ne avessero avuta una non avrebbero permesso la folla/follia di governi Crocetta e la moltitudine di assessori che si sono avvicendati, inutilmente per la Sicilia. Cosa importerà mai a loro della psichiatria di Giarre? Ognuno ha tutelato i posti letto del proprio paese e, come rileva il Tribunale per i diritti del malato di Giarre, mentre nel distretto di Acireale/Giarre, con una popolazione di 250mila abitanti, non ci saranno posti letto di psichiatria, «altre strutture come quella di Bronte/Adrano, con circa 80mila abitanti ha 4 posti letto in totale; a Catania, con una popolazione di 400mila/450mila abitanti, vi sono 3 Spdc di cui 2 di 5 o 6 posti letto e uno di 8». Per la politica pure la matematica in sanità è un’opinione. Così come sono state illogiche tante scelte sinora compiute.
Ma prima o poi si dovranno fare i conti con le scelte compiute. Non si pensi che per sempre non si avrà bisogno della gratitudine di un territorio. Nella vita, prima o poi, tutti hanno bisogno degli altri. E c’è un detto in Sicilia che dice “Sabba a pezza ppi quannu veni u puttusu”. Prima o poi arriverà l’occasione per questo territorio di ricambiare lo “sciacallaggio” del diritto alla salute compiuto dalla Regione.