Non solo problematiche locali, ma anche questioni di respiro nazionale tengono banco nei sempre vivaci ambienti politici di Giardini Naxos, in queste ore alle prese con la gestazione del comitato-coordinamento “Democrazia Costituzionale”, ossia l’organismo che sta prendendo vita in diversi Comuni italiani per evitare che entri in vigore la riforma istituzionale contenuta nel disegno di legge cosiddetto “Boschi-Renzi”.
Nell’autunno prossimo, infatti, si prevede un’apposita consultazione referendaria e, pertanto, sarà fondamentale attivarsi sin da adesso per sensibilizzare l’opinione pubblica (in questo caso la comunità giardinese) riguardo agli effetti negativi che potrebbe sortire la suddetta riforma.
Per intanto, il nascente “Coordinamento Democrazia Costituzionale” di Giardini Naxos, nell’attesa di dotarsi di organi elettivi di rappresentanza e di un regolamento interno, ha già un referente pro tempore nella persona di Giuseppe Leotta, giovane dottore in Scienze Politiche che riveste anche la carica di presidente della locale associazione culturale “Idee in Movimento”. Ma all’iniziativa sono intenzionati ad aderire pure il capogruppo consiliare dell’opposizione Alessandro Costantino, il sindacalista ed attuale esperto del sindaco Mario Ianniello, l’imprenditore Salvatore Consiglio e lo studente universitario Carlo Del Popolo.
«Si tratta – spiega il referente Giuseppe Leotta, parlando anche a nome dei futuri membri del nuovo Comitato – di difendere la Costituzione italiana dall’ennesimo tentativo di riforma da molti ritenuto lesivo di alcuni dei principi fondamentali della nostra legge fondamentale. In pratica, la nuova architettura istituzionale concepita dal disegno di legge “Boschi-Renzi” sacrifica di netto il principio di rappresentanza sull’altare della governabilità. Noi riteniamo, al contrario, che una democrazia moderna debba fondarsi su un sistema di pesi e contrappesi (“check and balance”) che, pur assicurando un buon livello di governance, garantisca i principi del pluralismo e della rappresentatività che hanno sempre caratterizzato il nostro sistema democratico. Riteniamo, pertanto, intollerabile la personalizzazione che il premier Renzi sta tentando di porre in essere in vista del relativo referendum dei prossimi mesi, che non sarà (lo vogliamo dire a gran voce) un voto pro o contro di lui: in ballo c’è molto di più che una singola persona o un determinato Governo. Ed il fatto che il Partito Democratico stia tentando di spostare il focus del dibattito dai contenuti della riforma ad un plebiscito pro o contro il suo Governo, evidenzia ancora di più la debolezza di questo disegno di legge».
Giuseppe Leotta accenna, quindi, alle ragioni del “No” alla discussa riforma. «Ci rifacciamo essenzialmente – dichiara il referente del Coordinamento – alle considerazioni dell’autorevole professore costituzionalista Alessandro Pace il quale, nel “nuovo” art. 57 (commi 2 e 5), ravvisa delle gravi violazioni del principio della sovranità popolare, sia laddove si esclude che i senatori-sindaci vengano eletti dai cittadini nemmeno in via indiretta, e sia laddove si prevede che la scelta dei senatori-consiglieri regionali spetti agli stessi consiglieri regionali sulla base del risultato delle elezioni regionali. Per cui, delle due l’una: o questo “nuovo” Senato si rivelerà un inutile duplicato, visto che l’elezione dei senatori-consiglieri si conformerà integralmente al risultato delle elezioni regionali, oppure, se si discosterà da quest’ultimo, si andrà incontro ad una violazione del principio dell’elettività diretta del Senato sancito dall’art. 1 della Costituzione».
Ed in effetti, quanto a princìpi di democrazia, da un Comune che è stato la prima colonia greca di Sicilia ci dovrebbe essere di che apprendere.
Rodolfo Amodeo
FOTO-VIGNETTA: Giuseppe Leotta guardato “in cagnesco” dal premier Matteo Renzi e dal ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi