Destinazione Palermo. Approvato l’atto di indirizzo in ordine al quale i sindaci del distretto socio sanitario n° 17 chiederanno un dietro-front alla Regione sulla spinosa questione del depauperato ospedale giarrese.
Il sindaco di Giarre Roberto Bonaccorsi sarà chiamato, in quanto primo cittadino del comune capo-fila del distretto socio sanitario n° 17, a richiedere la modifica del decreto assessoriale del 14 gennaio 2015, della delibera Asp 664 del 20 aprile 2015 e della proposta di delibera di giunta regionale N° 36 del 29 gennaio 2016, che prevede la soppressione dei reparti di medicina, geriatria e psichiatria.Si profila dunque un incontro urgente con la Regione, per ricordare che il territorio jonico-etneo non ha smesso di puntare i piedi.
I Comuni del distretto socio-sanitario n° 17 (Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Sant’Alfio, Calatabiano e Milo), fanno dunque fronte comune, ponendosi il preciso obiettivo di indurre il governo regionale a rivedere le sue posizioni relativamente a quanto prescritto in materia di rimodulazione degli assetti sanitari.
E’ questa la linea che ha connotato l’orientamento della seduta straordinaria del Consiglio comunale giarrese, tenutasi nella sala Romeo ed estesa ai sindaci e ai consiglieri dei dieci Comuni del distretto.
Gli interventi formulati dai vari rappresentanti dei Comuni che ruotano attorno all’ospedale Sant’Isidoro e San Giovanni di Dio di Giarre, si sono fondamentalmente sostanziati in una precisa volontà di sbandierare agli apparati istituzionali regionali e nazionali i diritti che il distretto socio-sanitario n° 17 può rivendicare in materia di ripristino di quei servizi dei quali il nosocomio giarrese è stato privato.
Il proposito dei Comuni del distretto è chiaro: indurre la Presidenza della Regione, la giunta regionale, l’assessorato alla sanità e la VI commissione sanità all’Ars a tornare indietro sui loro passi.
Le fondamenta dell’atto di indirizzo approvato dal Consiglio comunale e destinato ad essere inserito nell’ordine del giorno delle sedute consiliari dei Comuni del distretto, sono principalmente ascrivibili agli interventi di Tania Spitaleri, presidente della commissione sullo stato dell’arte dell’ospedale e del presidente del Consiglio comunale giarrese Francesco Longo.
Determinata Tania Spitaleri “La politica deve ammettere di aver scompensato un territorio e di aver fatto scelte illogiche. La giunta regionale e l’assessore alla sanità Gucciardi devono dirci apertamente se intendono dire “No” alla dignità del nostro presidio ospedaliero. E’ chiaro che però sono necessarie, da parte nostra, proposte praticabili e che bisogna dare forza ai sindaci, i quali devono incontrare il Presidente della Regione Rosario Crocetta. Dopo anni di battaglie istituzionali, poche volte mi è capitato di vedere una presenza capillare dei componenti degli altri Comuni. E’ evidente che queste figure, le quali rappresentano i rispettivi Comuni, sono decise ad ascoltare le istanze dei cittadini per capire quale sia l’ulteriore battaglia da portare avanti. Mi preme sottolineare che oltre ai già citati decreto assessoriale e delibera Asp, è necessario che sia rivisto anche l’atto di indirizzo prodotto a gennaio, il quale rischia di comportare la chiusura, dopo giugno, degli ultimi reparti rimasti (psichiatria, medicina e geriatria).Le iniziative da parte dell’ente comunale giarrese non sono mancate. Alludo alla denuncia per interruzione di pubblico servizio, relativamente al provvedimento Asp che ha determinato la dismissione del pronto soccorso”.
Serafico Francesco Longo “Se a Palermo hanno deciso che il distretto di Giarre deve morire, devono dircelo”. Mariella Di Guardo, presidente del Consiglio comunale di Riposto, pur esplicitando che il Comune marinaro non dispone di una commissione sull’ospedale, ha asserito che il Consiglio comunale è disposto ad aderire a tutti le iniziative, poiché si ha bisogno di un pronto soccorso. Essa ha comunque specificato che “per contrastare gli atti della giunta regionale, si possono fare solo impegnative”.
Il sindaco di Riposto Enzo Caragliano, alla luce della nuova logica degli ospedali riuniti “Giarre-Acireale”, ha rimarcato che occorrerebbe più equilibrio. Il concetto di ospedali associati dovrebbe infatti significare che le specialità siano ripartite tra Giarre e Acireale, senza che il nosocomio acese prevalga su quello giarrese in materia di servizi offerti. Caragliano ha inoltre esplicitato che, poiché i parametri nazionali non cozzano con i requisiti che Giarre possiede, non si dovrebbe prescindere da un incontro con la deputazione nazionale.
Il presidente del Consiglio comunale di Sant’Alfio Renato Finocchiaro ha suggerito un incontro dei consiglieri comunali in piazza del parlamento con la deputazione nazionale mentre i sindaci sono impegnati nell’incontro con Crocetta.
Linguaglossa però, rappresentata dal presidente del Consiglio comunale Salvatore Malfitana, ha indicato la necessità di puntare ad un’azione omogenea e non dispersiva.
La rete delle associazioni, rappresentata da Angelo D’Anna, ha sottolineato che il decreto Balduzzi e la conferenza stato regioni metterebbero al riparo Giarre da percorsi di rifunzionalizzazione improntati al depauperamento dei servizi ospedalieri. A tal proposito, sono stati citati i comuni di Mazzarino e Ribera. Giarre, contrariamente a quanto prescritto dal decreto nazionale, è stata accomunata a questi Comuni pur disponendo di un bacino d’utenza nettamente superiore ad essi.
Vibrante l’intervento del sindaco di Mascali Luigi Messina, il quale ha sottolineato che la politica di appartenenza, a Bronte e ad Acireale, ha determinato la permanenza dei servizi di base.
Castiglione, rappresentata dall’assessore Lucia Chisari, ha puntualizzato la convenienza legata ai tempi di percorrenza del tragitto da Castiglione e Giarre relativamente al raggiungimento di un pronto soccorso giarrese, che però, al momento non esiste.
Forte l’appello di Angelo Larosa, in rappresentanza del comitato dei cittadini, affinchè la cittadinanza comprenda che la politica non può raccogliere voti senza garantire la difesa dei servizi del territorio. La battaglia per il diritto alla salute, continua.
Umberto Trovato