Limitare gli sprechi, soprattutto quelli alimentari, e recuperare le eccedenze. Con una finalità ben precisa: sprecare meno e donare di più a chi ne ha bisogno. Sono questi gli obiettivi della proposta di legge ribattezzata “spreco-zero”, che è stata presentata sabati pomeriggio a Catania durante il convegno su “Spreco e recupero delle eccedenze alimentari”, organizzato dall’associazione socio-culturale Equo.
Un tema che riscuote molto interesse anche nei cittadini catanesi che ieri hanno affollato la biblioteca di via di Sangiuliano, presenti circa 200 persone. L’Italia sta facendo passi avanti, ma l’Expo di Milano ha impresso un’accelerazione, come ha sottolineato il presidente dell’associazione Equo Gaetano Palumbo, citando proprio la Carta di Milano, eredità di Expo 2015, che “considera il diritto al cibo come diritto umano fondamentale”. Dunque l’imperativo è “realizzare un sistema nuovo che punti
Anche se in Italia c’è una crescente sensibilità al tema, i numeri degli sprechi sono ancora impressionanti. Ogni anno le famiglie italiane buttano nella spazzatura cibi per oltre 8 miliardi di euro, mentre lasciamo sul campo circa 1,4 milioni di tonnellate di prodotti dell’agricoltura non raccolti, sprechiamo due milioni di tonnellate di prodotti alimentari che si perdono nella produzione industriale, 300 mila tonnellate nella distribuzione commerciale. Di contro, però, dal 2010 al 2013 è cresciuto del 47 per cento il numero delle persone raggiunte in Italia dal sistema di distribuzione di prodotti alimentari destinati alla popolazione indigente (dati Agea).
C’è un’inversione di tendenza però e la Sicilia rappresenta un buon esempio: lo testimoniano le 5 mila tonnellate di prodotti agricoli invenduti lo scorso anno e distribuiti alle persone bisognose – è la stima del Banco Alimentare – per un valore di circa 10 milioni di euro.
Di riutilizzo del cibo ha parlato il prof. Vincenzo Chiofalo, docente di Nutrizione e alimentazione animale all’Università di Messina e responsabile scientifico del progetto Save per l’Ateneo messinese. “Save – ha detto – è un progetto di ricerca finanziato dal Miur che nasce dall’idea di affrontare con un approccio innovativo la questione dello spreco alimentare, offrendo nuova vita ai cibi scaduti o scartati e riducendo al minimo il conferimento degli stessi in discarica”.
“Oggi l’alimentazione in molte fasce sociali non è corretta proprio a causa di una crisi feroce: basterebbe non sprecare per alimentare milioni di bambini, donne, uomini nel mondo, quindi non basta l’atto volontaristico e il cambio di cultura, che comunque registriamo nelle famiglie” ha sottolineato il deputato etneo del PD Giovanni Burtone. Presente al dibattito anche il consigliere comunale dei Democratici Niccolò Notarbartolo, secondo cui “la proposta di legge Gadda va apprezzata anche per l’istituzione di un tavolo permanente che consentirà di verificare la sua piena approvazione in corso d’opera”.
“La politica deve intervenire per eliminare questo paradosso: aumenta la povertà e aumentano i rifiuti di tutti i tipi – ha detto il deputato nazionale dei Democratici, Giuseppe Berretta – Gli sprechi sono inaccettabili non solo a livello sociale ma anche ambientale: oggi i prodotti sprecati nel mondo producono una quantità di co2 enorme, pari a quella che produrrebbe il terzo Stato al mondo dopo Usa e Cina. Con questa legge si vogliono cambiare le abitudini e c’è un’idea di società più equa: per questo vanno ringraziati gli enti del terzo settore e del volontariato che già fanno tantissimo e ci impegneremo, appena verrà approvata la legge per far sì che diventi pratica amministrativa”.
“Mi piace dire che il testo di questa legge è vivo, è stato depositato ad aprile scorso ma è cambiato molto perché abbiamo voluto ascoltare tutti gli attori del terzo settore, i produttori, i cittadini – ha detto Maria Chiara Gadda – spero che questa legge arrivi in Aula a marzo e che venga approvata all’unanimità, perché è una legge per i cittadini”. “E’ una legge di 14 articoli ma il messaggio è semplice: l’eccedenza non può più diventare spreco – ha proseguito – c’è un impegno nel semplificare la donazione di cibo e porre margine allo spreco intervenendo proprio sulle eccedenze, sull’uso sostenibile delle risorse. I numeri del recupero in Italia sono in crescita, recuperiamo 500 mila tonnellate di cibo ogni anno. Ma dobbiamo fare di più per ridurre lo spreco e lo abbiamo voluto fare sulla base di tre principi fondamentali: semplificare e togliere burocrazia, applicare incentivi fiscali per rendere più conveniente donare che gettare, razionalizzare le donazioni”.
Tante le novità della legge, e tra queste anche la family bag da usare al ristorante, per permettere alle famiglie di portare a casa il cibo avanzato, iniziative per il recupero dei farmaci, paletti per la tracciabilità dei prodotti.
Il dibattito è stato arricchito dai contributi di rappresentanti di associazioni coinvolte nelle iniziative anti-spreco. Presenti Fabio Prestia (Banco Alimentare), Emiliano Abramo (Comunità di Sant’Egidio), Giosuè Catania (Cia), Giovanni Pappalardo (Coldiretti), Francesco Toscano (Confagricoltura), Carmela D’Agostino (Cope) e Giuseppe Giansiracusa (Legacoop). Presenti inoltre diversi sindaci, tra cui quelli di Trecastagni (Giovanni Barbagallo), Paternò (Mauro Mangano), Sant’Agata Li Battiati (Carmelo Galati) e Raddusa (Cosimo Marotta), gli assessori regionali Bruno Marziano e Anthony Barbagallo, la deputata nazionale Luisa Albanella e il parlamentare regionale Luca Sammartino e moltissimi assessori e consiglieri comunali della provincia etnea.